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Cronaca

Suicidio di Alina, il Questore: «Rispetto per Procura e familiari, ma anche vicinanza al personale»

Padulano: «Certezza che si riuscirà a dimostrare di aver agito nell'intento di adempiere alle procedure previste per l'effettiva espulsione dei soggetti ritenuti pericolosi per l'ordine e la sicurezza pubblica»

Oggi è stata notificato ai poliziotti indagati l’avviso di conclusioni delle indagini avviate a seguito del suicidio della cittadina ucraina Alina Diachuck avvenuto il 14 aprile del 2012, mentre si trovava nel Commissariato di Villa Opicina in attesa di espulsione. «La Procura della Repubblica di Trieste - si legge nel comunicato della Questura - contesta agli indagati le modalità e la tempistica del trattenimento degli stranieri da sottoporre ad espulsione in quanto irregolari sul territorio nazionale.

«Il Questore di Trieste - continua la nota stampa - intende manifestare rispetto per la decisione della Procura della Repubblica e per il dolore dei familiari della donna suicidatisi tre anni orsono. Nel contempo vuole esprimere sincera vicinanza al personale con la certezza che si riuscirà a dimostrare di aver agito nell’esclusivo intento di adempiere, nell’ambito della complessa normativa prevista, alle procedure previste per l’effettiva espulsione dei soggetti ritenuti pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica».

«Pur operando nel contesto di procedure gravose e complesse che riguardano extracomunitari scarcerati o clandestini rintracciati - conclude il comunicato -, la Questura di Trieste continuerà a profondere il massimo impegno possibile come accaduto nell’ultimo anno, quando sono stati rintracciati oltre 400 migranti irregolari e arrestati 20 trafficanti di uomini, mentre sono state accolte oltre 800 richieste di protezione internazionale per migranti provenienti da zone di guerra o paesi considerati a rischio per discriminazioni politiche e razziali».

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