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Cronaca

Traffico d'armi e terrorismo, vicesindaco Roberti scrive ai Ministeri Difesa e Interno

Il vicesindaco di Trieste, Pierpaolo Roberti, in seguito alle recenti notizie e servizi giornalistici che vedono Trieste possibile crocevia di traffico d'armi e terrorismo: «Aumento del numero di militari per situazione di evidente gravità»

Il Vicesindaco di Trieste con delega alla Polizia Locale, Sicurezza e Protezione Civile, Pierpaolo Roberti, ha inviato in data odierna una lettera indirizzata ai Ministri dell'Interno e della Difesa e al Prefetto di Trieste, in merito alla situazione dei confini e dei traffici che li attraversano, soprattutto in seguito al servizio della trasmissione televisiva "Le Iene", di cui abbiamo dato recentemente notizia.

La lettera di Roberti: «In questi giorni, oltre alle notizie di stampa, è andato in onda un servizio televisivo alquanto inquietante che fa trasparire l'impreparazione dei Paesi occidentali nei confronti del terrorismo che ha procurato diverse stragi quest'anno in Europa. Armi come AK-47, il cosiddetto Kalashnikov, mitragliette con  silenziatore, bombe a mano, tutte armi utilizzate dai terroristi per le loro carneficine, possono essere acquistate per pochi soldi nei Balcani e trasportate tranquillamente in Europa attraverso la Croazia e la Slovenia per poi entrare in Italia passando per Trieste».

«Pur consapevole che Trieste può essere un'appetibile via di transito per il  traffico di armi, anche a causa della drastica diminuzione di personale del nucleo di Polizia di Frontiera avvenuta negli ultimi anni, la situazione su esposta denota un'evidente gravità. Per questo sono a chiedervi un'unità d'intenti per far sì che venga aumentato il numero di militari a disposizione nell'ambito dell'operazione "Strade sicure", un aumento che dovrà servire a incrementare i controlli confinari per interrompere il traffico di armi e droga su questa delicata tratta, a ostacolare gli arrivi sul territorio italiano di migranti irregolari a presidiare i molteplici luoghi sensibili presenti a Trieste, consentendo così a Polizia e Carabinieri di svolgere esclusivamente i propri compiti istituzionali». 

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