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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Stranieri nelle scuole e crocifisso, le prime reazioni su una questione complessa

La Giunta Dipiazza porta avanti un progetto di cui avevamo già parlato. Polidori: "Il fatto che noi Europei siamo imbevuti di cristianesimo, non è affatto una questione religiosa". L'Assessore alla Cultura Giorgio Rossi sul tetto agli stranieri: "Questione delicata e complessa, sul metodo bisogna riflettere"

Ne avevamo parlato il 24 ottobre. Mettere un tetto del 30 per cento per quanto riguarda gli stranieri negli asili comunali e l'obbligo di esporre il crocifisso nelle aule. Queste le decisioni assunte dalla giunta Dipiazza negli scorsi giorni portate avanti dall'Assessore alla Scuola Angela Brandi. Alla stregua di quanto era emerso nel comune di Monfalcone dopo la presa di posizione del sindaco Anna Maria Cisint sui bambini stranieri negli asili del capoluogo bisiaco, anche a Trieste non sono mancate le prime reazioni da parte dell'opposizione. Il vicesindaco Paolo Polidori ha affidato al suo profilo facebook il commento sulla vicenda. "A tutti coloro i quali oggi berciano allo scandalo di una fantomatica prevaricazione religiosa, ebbene io rispondo che sono guidati da una profonda ignoranza ed una cieca strumentalizzazione politica". 

"Non possiamo negare la nostra identità"

"Il crocifisso - ha continuao Polidori - volenti o nolenti, fa parte da 2.000 anni della storia dell’Europa, alla quale non possiamo sottrarci, pena la negazione della nostra stessa identità e delle nostre radici. Come diceva la Fallaci, atea convinta, il fatto che noi Europei siamo imbevuti di cristianesimo, non è affatto una questione religiosa". "Studiassero un po’ di più, ed avessero più rispetto delle nostre radici, fossero credenti, laici, non credenti o atei. Io, da persona libera, aborro i taglialingue travestiti da benpensanti, e con la forza della ragione li combatterò sempre con tutte le mie forze. Evviva i crocifissi nelle scuole!". 

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Il commento dell'Assessore alla Cultura Giorgio Rossi 

Sul tetto nei confronti degli studenti stranieri e sul crocifisso Rossi ha affermato: "Direi che la cosa è delicata e complessa per il fatto che parliamo di due cose diverse. Nel primo caso è il numero di quelli che sono nell'ambito delle scuole materne, medie o superiori, i ragazzi che non hanno la padronanza della lingua quindi devono evidentemente avere un percorso diverso dagli italiani. Su questo mettere dei numeri è necessario. Possono essere 30, 40 o 50, non discuto sui numeri. Sul metodo bisogna riflettere. Non possiamo fare classi tutte di stranieri né tantomeno classi in cui non c'è la possibilità di avere un percorso didattico corretto ed adeguato: bisogna trovare una mediazione". 

"Il crocifisso è un simbolo che nessuno dovrebbe discutere"

"Sul discorso del crocifisso - ha continuato Rossi - e della religione cristiana dobbiamo pensare che siamo in Europa e come Europa ha una tradizione. È stato già discusso. Io non vedo nulla di complicato mettere l'immagine del crocifsso, un'immagine che segna una tradizione ed un percorso che ha fatto il nostro paese da 2000 anni a questa parte e che rappresenta un personaggio storico che ha sconvolto le regole dell'umanità dicendo per la prima volta che gli uomini sono tutti uguali. Noi mettiamo un'icona sulla quale nessuno dovrebbe discutere ma da ammirare per il cambiamento planetario che questa persona ha portato". 

"Se in India o Sudafrica mettessero Gandhi o Nelson Mandela non vedrei niente di strano. Sono personaggi che fanno parte della storia delle nazioni. Il crocifisso in Italia e in Europa è un patrimonio che non possiamo nascondere. Ognuno deve essere consapevole della storia che ha alle spalle". 

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