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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Tra la specialità regionale ed i rapporti tra sindacato e governo, tavola rotonda a Trieste con Serracchiani e Camusso

15.00 - La presidente della Regione, La concertazione è superata. Non abbiamo diritti di veto, ma semplicemente di dissenso, ribatte il segretario della CGIL

«La concertazione è superata, perché è cambiata la società e sono cambiati i modi e i tempi del confronto. Oggi le riforme sono più che mai necessarie, sono diventate un dovere per mantenere efficienti i servizi indispensabili per i cittadini. Il cambiamento ci impone perciò un'autentica sfida culturale e per questo occorre trovare nuove occasioni di confronto per arrivare a un vero e proprio sistema di collaborazione.» Lo ha detto la presidente della Regione, Debora Serracchiani, intervenendo oggi a Trieste ad una tavola rotonda sulla specialità regionale promossa dalla Cgil del Friuli Venezia Giulia, presente il segretario generale nazionale Susanna Camusso. «A noi interessano prima di tutto - ha aggiunto la presidente - gli obiettivi che servono ai nostri cittadini. Per questo è indispensabile trovare nuove possibilità di dialogo. La Regione si è assunta la responsabilità di dare precisi indirizzi all'azione di governo, in particolare impostando le tre grandi riforme: la Sanità, gli Enti locali e il Piano di sviluppo regionale delle politiche industriali. Queste sono azioni di competenza della politica, e su queste occorre trovare adeguati luoghi di confronto.»  

«Non abbiamo diritti di veto, ma semplicemente di dissenso.» La segretaria generale della Cgil Susanna Camusso ha, invece, commentato così la fase difficile dei rapporti tra sindacato e Governo. «Per far ripartire il lavoro e la crescita - ha aggiunto Camusso - le riforme non bastano. Ma bisogna essere consapevoli che il nostro Paese, se non si torna a lavorare per creare occupazione, farà molta fatica a uscire dall’incastro tra deflazione e recessione.» Al centro dell'attenzione il difficile confronto tra Governo e sindacati, caratterizzato da tanti punti di attrito, tra i quali una riforma del pubblico impiego che per Camusso «non va fatta contro i dipendenti pubblici, ma assieme a loro.» 

Se il segretario della Cgil Fvg Franco Belci ipotizza per Debora Serracchiani, governatrice e numero due del Pd, un ruolo di mediatrice tra sindacati e Governo, ad animare la tavola rotonda di Trieste anche i contributi del costituzionalista Sergio Bartole, convinto che il futuro del Fvg e della sua autonomia speciale sia nel rapporto con i Balcani e in una «integrazione finora mancata tra le diverse aree della regione,» di Gino Dorigo dello Spi-Cgil Fvg, della componente della commissione paritetica Stato-Regione Elena D’Orlando e del sottosegretario alle Autonomie Gian Claudio Bressa. «Il problema del rapporto tra Stato e Regioni - ha dichiarato quest’ultimo - non dipende dalle Regioni speciali, che fino a questo momento hanno esercitato l’unica vera forma di regionalismo, con autonomia e senso di responsabilità, pur con qualche eccezione. L’anello debole, piuttosto, sono state le Regioni ordinarie.» Una lettura, quest'ultima, condivisa solo in parte da Susanna Camusso: «Sono d’accordo sul fatto che i problemi del federalismo e del regionalismo siano politici e non si risolvano a colpi di riforme. Il federalismo, però, non può essere qualcosa che alimenta e allarga le diseguaglianze: i diritti e le tutele fondamentali, dalla salute alla scuola, devono essere gli stessi in tutto il Paese.»

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