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Cronaca

Trieste, a rischio gli ultimi 28 dipendenti Vitrani: «Offriamo Tfr. Vogliamo lavoro»

17.00 - Cgil Fillea: «C'è lavoro per 10 o 15 milioni, per nuovi posti di lavoro, ma mancano le garanzie delle banche»

Oggi i lavoratori della Vitrani Spa si sono riuniti in assemblea presso la loro aziendaper rendere pubblica la loro situazione, presidiando l’area produttiva. A partire da gennaio 2011 la Vitrani in stretta collaborazione con la Fillea Cgil ha usato tutti gli ammortizzatori sociali a sua disposizione per salvare più posti di lavoro possibili. Da otto mesi molti lavoratori attendono ancora il pagamento degli ammortizzatori sociali, dopo 3 anni e mezzo di crisi aziendale e di ristrettezze per i lavoratori.

Sino al 2010 presso l’azienda erano occupate da 80 a 60 persone, ad oggi sono occupati 28 dipendenti. Attualmente le commesse acquisite valgono 10 milioni di euro e darebbero lavoro a 40 persone per il 2014 e 2015 mentre quelle acquisibili, avendo credito dalle banche, varrebbero ulteriori 15 milioni di euro e porterebbero ulteriore lavoro per tutto il 2016 ad altri 10 lavoratori. Risultato 22 nuovi posti di lavoro.

«Assurdo - dichiara nel comunicato la Fillea Cgil - il lavoro c’è, potrebbe essercene tanto, ma non vi si può accedere. Tra lavoratori e lavoro c’è una barriera che impedisce la produzione, mancano le garanzie delle banche primarie per incassare i soldi dovuti. Grottesco... Gli impiegati degli uffici tecnici hanno lavorato a ritmi serrati per ultimare la progettazione necessaria per ottenere in tempi brevi liquidità. L’obiettivo era quello di poter acquistare le materie prime indispensabili per iniziarne la realizzazione. Ma guarda caso, manca la garanzia delle banche. La produzione è ferma da due settimane e 15 lavoratori sono a casa. Dopo tre anni e mezzo di incertezze sono tutti stanchi di attendere... ma, credono ancora nella possibilità di ripresa e mettono a disposizione, qualora l’azienda lo ritenga utile, il proprio TFR per rilanciare l’attività».

Durante il presidio i lavoratori hanno scritto su un cartello: «Offriamo T.F.R. Vogliamo LAVORO». Inoltre hanno costruito una barriera simbolica che li separa dal lavoro, questa barriera potrebbe essere abbattuta con l’aiuto dagli istituti bancari. 

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