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Cronaca

'Trieste per la fratellanza dei popoli': anche in città iniziative per la Giornata del Migrante

Iniziativa il 18 dicembre in occasione della Giornata Internazionale tematica. L’evento è promosso dalla Consulta degli Immigrati del Comune di Trieste

La Consulta degli immigrati del Comune di Trieste promuove un dibattito“TRIESTE per la fratellanza dei popoli” il 18 Dicembre in occasione della la Giornata Internazionale del Migrante ,aperto a tutta la cittadinanza, e un approfondimento sul complesso tema dell’immigrazione per cercare di uscire da stereotipi, fornire i dati reali e condannare qualsiasi tipo di discriminazione e di fondamentalismo.

Ritrovo alle 17.30 Piazza della Borsa : partenza della Passeggiata per la Fratellanza, dalle 18 00 – alle 19 30: SALONE DEGLI INCANTI - Riva Nazario Sauro, 1. L’evento è promosso dalla Consulta degli Immigrati del Comune di Trieste

L'evento è aperto al pubblico: alla cittadinanza triestina curiosa di sapere ed esplorare il fenomeno.
Interverranno:
Comune di TriesteFabiana Martini – Vicesindaca; Laura Famulari - Assessore alle politiche sociali
Regione FVG: Franco Codega - Presidente VI Commissione
Consigliera di Parità della Provincia di Trieste: Gabriella Taddeo
Consulta Immigrati Comune di TriesteLidija Radovanovic, Vicepresidente
ICS Ufficio Rifugiati Onlus: Gianfranco Schiavone, Presidente ICS Trieste

L’evento è promosso dalla Consulta degli Immigrati del Comune di Trieste in collaborazione con ICS ufficio Rifugiati Onlus, Associazione Multicultura, Comitato Pace Convivenza e Solidarietà Danilo Dolci, Trieste Multietnica, Spaesati, ANOLF, Donne Africa Onlus, Casa Internazionale delle Donne, ARCI Servizio Civile, Associazione Interculturale Etnoblog, MIA - Mediatori Interculturali Associati onlus, Associazione Interethnos mediatori culturali, la Casa delle Culture e con la partecipazione della Comunità Islamica e della Comunità Siriana di Trieste

Le immigrazioni non si riescono a fermare, quando hanno le dimensioni e la continuità del fenomeno a cui assistiamo. Ammucchiare pretesti e banalità, o anche ragioni, fine a se stessi, portano solo a spreco di tempo e di denaro. Questi fenomeni, invece, vanno governati con un disegno e piano precisi, anche a livello Europeo, ma se la classe dirigente italiana si dimostri inadeguata, si scopre quello che sta emergendo a Roma: gli stessi politici che deliberano i finanziamenti a coloro che gestiscono, male e sperperando i soldi pubblici, le strutture dedicate a immigrati, sono coloro che guidano le proteste contro gli immigrati stessi, o “benedicono” il fenomeno.

L’Europa è un’appendice dell’Asia e di fronte a sé ha il continente Africano. La gente lì muore per fame, per sete, per genocidi, per guerra… quella gente, scappa, viene da noi, rischiando la vita… evidentemente non lo fa per gioco. Le migrazioni nel mondo coinvolgono 1 miliardo di persone, 214 milioni dei quali provengono da aree internazionali inclusivi di lavoratori, rifugiati, studenti, migranti non documentati e altre categorie vulnerabili. In Europa si stima ci siano più di 33.3 milioni di migranti mentre l’Italia è al 5° posto con 5 milioni di migranti. Sin dai tempi antichi la migrazione dei popoli ha favorito lo scambio fra culture, gente ed ha portato ricchezza non solo in termini economici. Oggi, sono molto più visibili le migrazioni forzati di popoli in fuga dalla miseria, dalle guerre e dalle ingiustizie. La migrazione forzata di popoli dal continente africano come dal Medio Oriente o dall’Asia colpisce intere famiglie, donne e minori, categorie ancor più vulnerabili. Le cause comuni sono le guerre, i conflitti inter-etnici, i genocidi. Esistono fenomeni tacciati come il land grabbing (l’accaparramento delle terre) di cui le multinazionali e i paesi ricchi sono promotori e altri ancora come il Coltan in Congo. E’ necessario soffermarsi sui motivi reali che spingono le persone a spostarsi e andare oltre alle mere accuse dei politicanti di turno.

Per ora ci vengono prospettate solo due possibilità: o “inglobo” il diverso, rendendolo uguale a me, oppure lo “vomito”, lo butto fuori. L’integrazione vera, invece, si manifesta quando una persona straniera diventa parte della società, arricchendola con il proprio bagaglio culturale, rinunciando a qualcosa di proprio, adeguandosi alle regole della nuovo contesto. In altre parole, noi incontriamo la sua specificità, lui/lei incontrano la nostra e cerchiamo di costruire, insieme, qualcosa di diverso, di migliore, di più evoluto per tutti. Il processo sarà lungo e faticoso, ma bisogna almeno incominciare, incamminarsi nel percorso che oggi manca.

In questo contesto, che già di per sé non è affatto roseo, la crisi sta peggiorando le cose, mentre la politica scade sempre più di qualità, affidandosi solo a lunghi silenzi, oppure ad una serie di slogan e  gesti provocatori. Lo stato di diritto fallisce quando si decide di non  legiferare, di non  normalizzare, di non mediare per arrivare ad un pensiero intermedio condiviso. In questo modo i singoli cittadini, stranieri e non, sono lasciati liberi di esasperare l’eventuale conflitto. Ecco perché, se non si riesce ad intavolare  una discussione tranquilla su questi temi, e si predilige quella emozionale e distorta, non si produce alcun risultato  utile.


Rivendicare a Trieste un’identità qualsiasi, “etnicamente pura”, dove quasi nessuno può vantare 4 nonni della stessa provenienza “razziale”, diventa a dir poco ridicolo. Siamo un meraviglioso popolo triestino perché siamo frutto di mescolanze ( italiane, slave, austriache, israelitiche ecc).

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