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Cronaca

Il Coronavirus svuota gli alberghi in Fvg, fino al 90 per cento di cancellazioni

A dichiararlo è la presidente regionale di Federalberghi, Paola Schneider: "Siamo sull'orlo del collasso, è un disastro". Cancellazioni delle prenotazioni estive per Lignano. "Anche Trieste inizia a scricchiolare". La richiesta di aiuto

L'allarme per il Coronavirus in Friuli Venezia Giulia fa la sua prima vittima eccellente, vale a dire il comparto turistico-alberghiero. Secondo Paola Schneider, rappresentante della Federalberghi regionali la situazione in relazione alle prenotazioni è "sull'orlo del collasso, con picchi di cancellazioni che vanno oltre il 90 per cento in alcune zone della montagna". 

Disdette delle prenotazioni per l'estate

Quello che la Scheider definisce un vero e proprio "disastro", sta portando i turisti stranieri a cancellare le prenotazioni, per quanto riguarda Lignano, "dei mesi di maggio, giugno e luglio" con ricadute pesantissime a tutto il settore produttivo del turismo regionale. "In questo momento è la montagna a star peggio, ma tra un po' la crisi totale arriverà dappertutto" così la Schneider.

Secondo la numero uno di FA, "anche Trieste inizia a scricchiolare, da adesso per l'estate prossima" mentre per quanto riguarda la zona alpina "il 29 febbraio chiuderanno moltissimi alberghi perché non c'è più gente. Le scuole non possono venire, i polacchi, gli ungheresi e tutto il turismo dell'est Europa non può più venire perché, quando torna indietro gli viene chiesto di stare in isolamento", scenario che porta il turismo dell'Europa orientale a disdire le prenotazioni.  

In Fvg non c'è il contagio

Il "periodaccio" dovuto all'emergenza Coronavirus, che ha di fatto portato il Ministero della Salute ad emettere l'ordinanza che ha bloccato molte attività sul territorio, sarebbe in realtà conseguenza anche di una informazione scorretta, pubblicata da alcuni media stranieri. "C'è una psicosi nei confronti dell'Italia ma anche del Friuli Venezia Giulia, anche perché viene vista come una regione dove c'è il contagio, cosa che non è assolutamente vera". "Abbiamo chiesto di fare una comunicazione responsabile soprattutto all'estero" e che faccia capire "che in Friuli Venezia Giulia non c'è niente, solo un sistema di prevenzione per cercare di arginare eventuali contagi che non ci sono".

Chiesto un tavolo per la montagna

I flussi turistici cambiano in ragione dell'allarme. "Non è detto che i nostri turisti torneranno dal primo di marzo, anzi, è impossibile". Il problema non si manifesta esclusivamente sulla ricezione dei turisti, ma anche sulla gestione delle strutture, sul personale, insomma, sulla quotidianità del personale impiegato nel settore. "Durante le riunione - continua la Schneider - abbiamo chiesto di poter aprire un tavolo di crisi per la montagna". "Non sappiamo cosa fare con i mutui, con i possibili licenziamenti, se poter avere una deroga oppure no". 

Andare oltre ai de minimis, la possibile soluzione

Una soluzione, secondo la Schneider, sarebbe quella di poter "andare oltre ai de minimis". Il regime in questione infatti "individua gli aiuti di piccola entità che possono essere concessi alle imprese senza violare le norme sulla concorrenza. L’importo totale massimo degli aiuti di questo tipo ottenuti da una impresa non può superare, nell’arco di tre anni, i 200 mila euro e sale a mezzo milione di euro per gli aiuti riconosciuti alle imprese a titolo di compensazione per la fornitura di servizi di interesse economico generale". 

"Fatte cose in maniera forse affrettata"

La settimana di Carnevale "è quella più richiesta in assoluto" e, come affermato dalla Schneider "sabato eravamo tutti pieni, lunedì eravamo tutti vuoti". La Regione ha diffuso l'ordinanza anche in maniera preventiva, e i dubbi sulla disposizione si sono manifestati apertamente. "Forse i toni sono stati un po' troppo alti ed esasperati. Sono state fatte tante cose in maniera forse troppo affrettata". 

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