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Cronaca Via Giulia

Una mattina in Giardino Pubblico tra nastri e divieti, i genitori: «Dove portiamo i nostri figli?» (FOTO)

Trascorrere una mattinata in Giardino Pubblico è una delle cose più belle che si possano far fare ai nostri bimbi e anche ai nostri amici a quattro zampe ma i terreni inquinati hanno imposto una nuova ordinanza comunale che limita l'accesso alle aree erbose e «non possiamo tappare i nostri figli in casa»

Entriamo nel Giardino Pubblico Muzio de Tommasini di via Giulia in prima mattinata. Non sono molte le persone e tra le poche sonnacchiose che si aggirano tranquille in cerca di un po' di ristoro e di una panchina in un luogo tranquillo, molte sono mamme con bambini al seguito e proprietari di cani che fanno fare la prima passeggiatina agli amici a quattro zampe.

A ogni ingresso del giardino, sia quelli in via Giulia che sul lato di via Marconi, sono posti degli espliciti cartelli di "Diviteto di accesso nelle aree verdi" relativi alla recente ordinanza del Comune di Trieste, emanata in seguito alle indagini dell'Arpa che hanno riscontrato un "inquinamento urbano multifattoriale" in diversi giardini della città.

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Una signora che ci nota mentre facciamo foto si avvicina e comincia a dirci la sua opinione: «Perché una persona anziana viene in giardin publico per prendere un po' d'aria e non si può nemmeno passare vicino ai prati che è tutto inquinato. E dove portiamo i nipoti, li teniamo tappati in casa?». Parliamo per un po', poi si inoltra nel giardino e riprende a parlare con delle amiche. Il giadino è anche punto di ritrovo per le persone anziane.

Proseguiamo il nostro giro e arriviamo nella zona dei giochi riservata ai bimbi. Già molte mamme sono arrivate e bambini entusiasti cominciano a correre e a giocare sull' "aereo di legno", sui giochi vicini o tra di loro. Sono felici e pieni di energia e le mamme fanno fatica a contenerli e a non farli avvicinare alle aree verdi. Non tutte ci riescono e alcuni bimbi malgrado le transenne e i nastri rossi e bianchi, vanno a giocare un po' ovunque.

Una mamma arrabbiata fa fatica a non urlare quando indica le transenne e i nastri poco distanti: «Non so più dove portare il mio bambino. Io abito qua in zona e il Giardino Pubblico per noi è una risorsa enorme. Ora con questo inquinamento non so più cosa fare. Lo tengo tappato in casa tutto il giorno? I bambini hanno bisogno di giocare all'aria aperta e bisogna fare qualcosa per rimediare a questa situazione». 

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In realtà man mano che il giardino si riempie di bambini, i cartelli e le transenne sembrano quasi sparire, abbattuti (virtualmente) dall'entusiamo del gioco, delle grida di festa e delle corse incontenibili dei bimbi.

Delle signore con cani al guinzaglio non la pensano diversamente: «Ma ci rendiamo conto che noi non possiamo nemmeno far sfiorare l'erba ai nostri cani che loro sniffano e leccano tutto, che magari chissà che cosa respirano che è tutto inquinato? Ma cosa stanno facendo per rimediare a questa cosa? Chiudono, mettono divieti e intanto noi e i nostri animali cosa respiriamo?».

Rimaniamo in giardino per più di un'ora e le diverse testimonianze sono tutte sullo stesso tono. Persone affrante e arrabbiate per la situazione, per un verde pubblico inaccessibile, per bambini incontenibili che corrono in un ambiente non salubre, per animali costretti a passeggiare su asfalto o ghiaino.

Foto Gallery di Enrico Ferri

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