Ostreopsis, l'alga tossica dei bagnanti (VIDEO/FOTO)
Microalga tossica del Mediterraneo, l'Ostreopsis è stata studiata dal team della Professoressa Aurelia Tubaro dell'Università di Trieste, in collaborazione con vari gruppi di eccellenza di diverse Università Italiane e l'Istituto Superiore di Sanità
Lo studio su questa microalga Ostreopsis, che non è presente in questi giorni nelle nostre acque, è stato condotto dal team della Professoressa Aurelia Tubaro del Dipartimento di Scienze della Vita dell'Università di Trieste, in collaborazione con vari gruppi di eccellenza di diverse Università Italiane e l’Istituto Superiore di Sanità, in cui il Team di Scienze della Vita coordina la parte tossicologica.
In particolare, la professoressa Tubaro è dirigente per il Gruppo delle Palitossine della Presidential Task Force of Marine and Freshwater Algal Toxins dell’AOAC (Association of Official Analytical Chemists), è membro del Consiglio dell’International Society for the Study of Harmful Algae (ISSHA), dell’Editorial Board della rivista Toxicon (Elsevier) e di altre riviste scientifiche.
Ostreopsis ovata, un’alga tossica che negli ultimi anni è presente anche sulle coste del Mediterraneo. Questa microalga è in grado di produrre l’ovatossina, sostanza tossica per molti organismi marini e responsabile di numerosi effetti avversi riscontrati tra i bagnanti. L’inalazione di aerosol contenente frammenti di cellule algali e/o palitossine può infatti provocare disturbi respiratori, febbre superiore a 38° C, congiuntivi, mal di gola e dermatiti. Effetti avversi in seguito all’ingestione di prodotti ittici contaminati da ovatossina-a non sono stati registrati, a differenza invece della ciguatossina, prodotta da Gambierdiscus toxicus, che ha provocato diversi casi di intossicazione alimentare.