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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Di Finizio, il Comune: «Fatto tutto il possibile (e ben di più) per aiutarlo»

Gli assessori Laura Famulari (Politiche Sociali) e Andrea Capretto (Demanio) hanno chiarito la posizione dell'Amministrazione nei confronti dell'imprenditore triestino ex titolare de "La Voce della Luna" a Barcola. Dal 8 agosto 2014 gli è stata anche trovata una casa

Una lunga disamina degli ultimi 7 anni e delle vicende amministrative che hanno visto protagonista "La Voce della Luna" e Marcello Di Finizio è stata esposta ieri mattina in Comune dagli assessori Laura Famulari (Politiche Sociali) e Andrea Dapretto (Demanio): «Doveroso come amministrazione, stante il prolungarsi dello sciopero della fame, invitarlo a sospendere questa forma di protesta. Questa amministrazione ha fatto di tutto (e ben di più) quello che era in potere di fare. È stato dato anche il supporto a fatica. Gli abbiamo trovato una situazione abitativa (8 agosto 2014, data immediatamente successiva all'asta in cui è stata venduta la casa pignorata a Di Finizio, ndr). Siamo tutti uguali - conclude Famulari -, non ci sono corsie preferenziali: perchè questa amministrazione rappresenta tutti i cittadini». 

Il soggetto della presentazione della conferenza dell'assessore alle Politiche Sociali era ovviamente Marcello Di Finizio, che ha anche tentato di salire nella sala della Giunta per assistere, ma gli è stato impedito «in quanto si trattava di un incontro riservato ai giornalisti accreditati»

La parola è poi passata ad Andrea Dapretto che ha elencato tutte le date, delibere giuntali, proroghe, incontri, solleciti, che dal 2008 a oggi hanno portato al decadimento della concessione e al nuovo bando per la gestione de "La Voce della Luna": «Il comune non ha revocato la concessione, ma la concessione è decaduta - ha sottolineato appunto l'assessore al Demanio -. Vorrei anche che fosse ben chiaro che la direttiva Bolkestein recepita dalla regione Fvg prevede un quadro normativo di cui bisogna tenere conto e rispettare, non possiamo fare finta di niente. Parliamo di un'area di demanio marittimo (di competenza dello Stato, mentre la Regione determina le concessioni). Il Comune entra in questo meccanismo solo come gestore di una concessione e verifica che questa venga messa in atto secondo quanto previsto. Ci sono sei punti del diritto marittimo che possono far decadere una concessione, lo stesso articolo dice che al concessionario decaduto non spetta rimborso. In questo caso, la decadenza, è giunta per il mancato e reiterato pagamento dei canoni per lunghi anni, il non utilizzo dell'area concessa, le condizioni di degrado e pericolo. La pronuncia di decadenza è un atto dovuto del Comune e non una scelta, che può configurarsi anche a livello penale come "omissione di atti di ufficio". In questo caso la decadenza ha fatto sì che la Regione indicesse un nuovo bando».

L'assessore ha poi dichiarato che stando alle informaizoni in suo possesso, sono 15 gli imprenditori che hanno presentato domanda per il bando, e almeno due (ha affermato il presidente Fipe Vesnaver) sarebbero triestini: «Per anni abbiamo lasciato immobile una zona di pregio che può dare lavoro a dei nostri cittadini».

STORIA Nel 2008, dopo l'incendio doloso e a ottobre una mareggiata, su proposta del Comune di Trieste e con deliberazione della Giunta Regionale n. 929 del 24.4.2009, la prima variante del Piano di utilizzo del demanio marittimo ha riclassificato l'area in questione da 'infrastrutturata' a 'da infrastrutturare', con una durata quindi della concessione demaniale superiore ai sei anni. Proposta avanzata proprio in considerazione dell'incendio doloso e della successiva mareggiata. I pagamenti del canone demaniale da parte dell'usufruitore della concessione risultavano regolari fino al 2008, ma di fatto sospesi a partire dal 2009. Nel 2011 il concessionario presentò richiesta di rateazione che, previo parere della Regione, venne accolta. Successivamente non è stata però versata alcuna rata. Neppure dopo i solleciti del Comune, formulati anche ai fini della quantificazione dei danni causati dalla mareggiata (per l'eventuale abbattimento del canone 2011-2012, come previsto dalla Legge 296/2006, art. 1, comma 251), non vi è stato alcun riscontro da parte dell'interessato. In base alle condizioni previste dall'art. 47 del Codice di Navigazione, risultando l'area concessa in permanente stato di abbandono e sottratta a proficue realizzazioni, e non essendovi stati riscontri né per la ripresa dell'attività né per il pagamento di alcuna rata del canone, il Comune di Trieste si trovava necessariamente costretto ad avviare il procedimento di decadenza; ciò che è avvenuto il 6 maggio 2014, comunicando all'interessato la possibilità di fornire eventuali 'osservazioni' entro 15 giorni dalla notifica dell'atto, poi perfezionato con l'atto di pronuncia della decadenza (n. 284/2015). Va perciò detto che le vicissitudini avvenute (incendio e mareggiata) si sono svolte in un contesto anche normativo che comunque poteva assicurare all'impresa una continuità di azione fino al 2020. Ma non sono mai pervenute richieste per modificare il contenuto della concessione demaniale (ad es. riducendone la dimensione per l'avvio di un'attività diversa da quella iniziale), né sono mai state contestate le modalità di calcolo del canone (come dimostra la sua richiesta del 14 giugno 2011 di rateizzazione degli importi richiesti e non contestati). Il 2 settembre 2014, il signor Di Finizio ha presentato invece un'ulteriore richiesta di sospensione del procedimento fino alla data del 31.12.2014 per consentire il completamento delle procedure necessarie alla creazione di un nuovo soggetto giuridico in grado di regolarizzare la situazione. Pur accordata questa ulteriore dilazione (deliberazione n. 388 del 25 settembre 2014), non è però pervenuta neanche in questo caso alcuna comunicazione da parte dell'interessato.

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