Voyager torna a Trieste, alla scoperta delle acque sotterranee
Dopo la Grotta Gigante il viaggio continua continua fra le vie, i castelli, le piazze e fontane, e il sottosuolo, tra acquedotti e fiumi nascosti nel cuore del Carso
Finalmente anche Trieste è stata raggiunta dalla troupe della Rai, per una puntata ricca di curiosità sopra e sotto la nostra città. Siamo alla trentunesima edizione della trasmissione "Voyager", presentata da Roberto Giacobbo, che in questa nuova serie di puntate mostra al grande pubblico aspetti poco noti del patrimonio artistico, storico e naturale, di alcune "città straordinarie" della penisola. Già nella puntata di due settimane fa, con un servizio sulla Grotta Gigante, si era anticipato che il "viaggio continua" come commenta sempre Giacobbo, e continua infatti il 14 agosto con numerosi servizi su Trieste, sia fra le vie, i castelli, le piazze e fontane, che nel sottosuolo, tra acquedotti e fiumi nascosti nel cuore del Carso.
Durante le riprese effettuate due mesi fa i punti salienti investigati da Giacobbo e la sua troupe sono stati numerosi: la storia del castello di Miramare e gli Asburgo e in generale la città con i suoi monumenti e le sue fontane. Fontane che ci fanno intuire che Trieste, con alle spalle il Carso che inghiotte l'acqua nelle sue grotte, non doveva avere un passato semplice alle spalle, proprio in merito al reperire con facilità il liquido elemento. Così, attraverso una "via dell' acqua" i servizi si susseguono trattando la storia ed i luoghi della città: una "via" che tocca la Val Rosandra, e il suo torrente, che segna un limite del Carso Classico, e che costituisce l'unico esempio di fiume carsico superficiale, nella nostra area.
Zona ricca d'acqua, tanto che i romani, più di due millenni fa, costruirono il primo acquedotto, che fornì l' antica Tergestum, per diversi secoli. Tuttavia il torrente Rosandra è un'eccezione visto che scorre in superficie. Tutta l'acqua alle spalle di Trieste finisce nelle grotte sotto il Carso, e va ad incrementare il fiume nascosto, il Timavo, di cui alcuni aspetti verranno affrontati da Marco Restaino, speleologo della Società Adriatica di Speleologia. Il Timavo, dopo quaranta chilometri sotterranei ancora avvolti dal mistero, torna alla luce a San Giovanni in Tuba, presso l' omonima chiesetta in stile gotico, che sarà anche trattata nel servizio.
Dall' acquedotto romano, al mistero del Timavo, al settecentesco acquedotto teresiano, sarà un viaggio di 2000 anni, che porta Voyager e Giacobbo, assieme a Paolo Guglia della Società Adriatica di Speleologia, ad esplorare le principali gallerie di captazione dell'acquedotto teresiano, scavate sopra il rione di San Giovanni («dove c'è acqua c'e' sempre un Giovanni»), sino a tornare nel cuore di Trieste, dove terminava l'acquedotto con tre fontane pubbliche, dalle quali sgorgava l'acqua raccolta chilometri più a monte. E proprio l'ultima fontana, si trova ancora in piazza Unità: e come non poter chiudere i servizi su Trieste in una delle piazze piu' grandi e suggestive d'Italia? La puntata sarà trasmessa il 14 agosto, su Rai Due, alle 21.15.