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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Preoccupazione tra i lavoratori della Ferriera: "Due mesi in cassa e silenzio sull'Accordo di Programma"

Fim ,Fiom, Uilm, Usb e Failms hanno incontrato in videconferenza Valerio Valenti. "Gli impianti dell’area a caldo sono fermi da quasi due mesi e la gran parte dei lavoratori in cassa integrazione"

I sindacati della Ferriera lamentano poca considerazione da parte della politica che non risponde alle richieste di spiegazioni sulla decisiva fase di re-industrializzazione che dovrebbe partire dopo la storica dismissione dell'area a caldo. Dopo aver avanzato richieste di informazioni al ministro Patuanelli e al presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e non avendo ricevuto "nessun feedback", Fim ,Fiom, Uilm, Usb e Failms hanno incontrato in videconferenza il prefetto di Trieste Valerio Valenti. "Abbiamo chiesto l’incontro per rappresentargli le preoccupazioni dei lavoratori sulla situazione della Ferriera. Gli impianti dell’area a caldo sono fermi da quasi due mesi e la gran parte dei lavoratori in cassa integrazione".

Se sul fronte dell'Accordo di Programma "si sa ancora troppo poco", le informazioni giunte alle sigle sindacali sono giunte dalla stampa. "Questo non va assolutamente bene" incalzano i sindacati. "Abbiamo chiesto al Prefetto di intervenire con gli attori istituzionali richiamati per ripristinare un canale di comunicazione indispensabile tra istituzioni e parti sociali. Riteniamo che questo sia necessario per permetterci di informare i lavoratori che attendono con ansia l’avvio della fase di re-industrializzazione del sito e di riqualificazione delle maestranze".

Secondo i rappresentanti dei lavoratori, i punti da chiarire "in tempi rapidi" sarebbero due: "I tempi di chiusura dell’Accordo di Programma e le garanzie occupazionali che le istituzioni hanno più volte assicurato (e che dovranno aggiungersi a quelle già fissate nell’accordo sindacale)". Se il silenzio da parte della Regione e dal ministero dovesse andare avanti, concludono, "saremo costretti ad attuare le forme di protesta che saranno ritenute più opportune". 

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