23-24 maggio 2015
Lo so che con questa mia nota innescherò una serie di polemiche, ma sarei curioso di sapere quanta ?Folla? era presente tra le due giornate dedicate alla ricorrenza del centenario dell?entrata in guerra dell?Italia.(1915-2015)
Questa domanda mi sorge spontanea dopo le dichiarazione fatte sul nostro giornale a riguardo appunto dell? aggettivo usato, visto che ero presente domenica verso mezzogiorno e l?affluenza forse, e dico forse, era leggermente superiore a quella solita di una giornata festiva.(niente a che vedere con manifestazioni come la Barcolana, la Bavisela o anche altre di entità minore)
Verrebbe da pensare che i triestini abbiano incominciato ad aprire gli occhi sull?importanza delle loro vere radici e sulla vera storia della loro città? Oppure che gli stessi incomincino ad interessarsi attivamente e dico anche finalmente alle sue sorti più che ad altre motivazioni che non hanno fatto altro che portarla ad una lenta agonia e decadenza?
Penso che ora sia più importante pensare a cosa succederà se il governo italiano porterà a termine la disastrosa idea d?accorpamento dei porti sia che questa avvenga a livello multiregionale e sia che si limiti solo a quello tra Venezia e Trieste.
Sono tutti d?accordo e questo pare sia già un miracolo, (Regione,Comune e Ente Porto) che il nostro porto rimanga autonomo a tutti gli effetti e che questo non debba necessariamente precludere sinergie con quello Veneto o con quello di Capodistria , ma la cosa deve fermarsi lì.
Anche se il passato è passato non dobbiamo mai dimenticare che Venezia fin dai tempi remoti soggiogò Trieste in tutto e per tutto e che solo con l?Atto di dedizione all?Austria nel 1382 la nostra città potè finalmente svilupparsi, e per merito dell?Imperatrice Maria Teresa diventare uno dei porti principali dell?Europa d? allora, questo naturalmente fino al 1918.
Inoltre non dobbiamo dimenticare l? ultima e recente situazione dell?offshore a largo di Venezia, che avrebbero portato se attuata, un enorme e grave problema per la nostra economia.(e questo senza parlare delle navi bianche....)
Cerchiamo, anche se i tempi sono cambiati, di non commettere gli errori del passato, e facciamo sì che in questo momento storico particolare di restare indipendenti e di cercare nell?Europa quelle potenzialità che ci permetterebbero di ritornare grandi come lo eravamo, ed io in questo come lo era stato in passato mio padre, (che come sindacalista aveva dedicato tutta la vita alla difesa della città, della sua portualita, del cantiere S. Marco e di tutte le sue industrie) ci credo fermamente e se tutti insieme compreso i nostri politici incominceremo a lottare fianco a fianco non per i propri interessi ma per quelli comuni, sono sicuro che questo obbiettivo si potrà raggiungere.
Fabricci Paolo