Al Rossetti va in scena Tropicana, una commedia delicata sui rapporti familiari
I rapporti familiari sono qualcosa di fondamentale, delicato e bellissimo, nella vita di ognuno, e si paga certo in sofferenza, se diventano lacunosi. Lo fotografa efficacemente “Tropicana” di Irene Lamponi, autrice appena trentenne che fra risate e lacrime, trova la chiave e il linguaggio per raccontare una storia familiare attraverso gli occhi di una ragazza cui mancano figure di riferimento credibili. “Tropicana” è in scena alla Sala Bartoli da martedì 14 febbraio alle 19.30 a domenica 19, per il cartellone altripercorsi del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.
La commedia ha il potere di tratteggiare pene e confusioni che appartengono largamente alla nostra società, e di parlare senza retorica a giovani e adulti: sarà infatti difficile non trovare qualcosa di sé in Lucia, Nina, Meda e Leo, i protagonisti della pièce. Fra loro c’è un’ombra, un personaggio attorno alla cui assenza tutto ruota: è Mauro, marito di Lucia e padre di Nina, che ha lasciato la sua famiglia per un nuovo amore da cui presto nascerà un bimbo. Lucia da in lato somatizza in abulia e attacchi di panico questo dolore, dall’altro inganna sé stessa, convincendosi che il marito ritornerà, e si appoggia in tutto alla figlia. Nel vuoto di Mauro, trova un posto in casa Meda, una vicina che soffre di solitudine, ma che finisce per invadere l’ambiente familiare. L’arrivo del nuovo fidanzato di Nina, Leo (e poi il suo repentino distacco), rompe il flebile equilibrio fra le tre donne che iniziano ad esprimere i propri reciproci sentimenti, addossarsi colpe o rimorsi. Questa spirale di dolore trova un arresto solo quando, sia Nina che Lucia, ammettono l'una all'altra di soffrire per l'assenza di Mauro. Ritrovato un punto d'unione, madre e figlia iniziano a ricostruirsi, Meda e Leo rientrano in famiglia, ed anche una telefonata di Mauro lascia sperare che si possa iniziare - su basi diverse - una nuova vita in equilibrio.
È coraggiosa ed emblematica la scelta di Nina di non fuggire: il testo infatti propone un’altra possibilità. Quella di affrontare il nemico, rimediare al malessere attraverso la cura, che si trova sorprendentemente proprio “dentro i rapporti”. Il loro nuovo cammino, così, non genererà rimorsi ma soluzioni.