Arearea protagonista del weekend al Rossetti per il festival TSDanza 3.0
Quello dell’1 e 2 aprile, per “TS Danza 3.0”, sarà un weekend dedicato all’interessante linguaggio coreografico della compagnia Arearea – l’unica realtà in regione di produzione nell’ambito della danza, che sia riconosciuta dal MIBACT – che è stata una gradevole presenza fissa nelle tre edizioni del festival organizzato dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Sabato 1 e domenica 2 aprile, dunque – con inizio alle ore 21 alla Sala Bartoli – andrà in scena il balletto “Le Quattro Stagioni - From Summer to Autumn” che Arearea ha varato al Mittelfest 2016 in una versione open-air e che è stato ora adattato per il tour teatrale. L’ispirazione è partita dalla musica, quella celeberrima settecentesca di Vivaldi, riscritta dal compositore tedesco Max Richter nel 2015. Ricomporre “Le Quattro Stagioni”, un'idea folle. Far convivere ambient music ed elettronica con il più popolare concerto della storia della musica, un sacrilegio. «Sono sempre stato innamorato delle “Quattro Stagioni”, fin da piccolo» ha spiegato Richter. «Poi crescendo ho incominciato a sentirle ovunque, nei centri commerciali e negli ascensori, nelle segreterie telefoniche e in pubblicità. Ad un certo punto ho smesso di amarle, le ho odiate anzi.
In programma si succedono due momenti: “Estate” firmata da Marta Bevilacqua e “Autunno” che è invece una creazione di Roberto Cocconi. La prima coreografia è danzata da sole donne, la seconda da soli uomini. «L’Estate è il femminile, è soprattutto il nostro attaccamento alla realtà sensuale del mondo» spiega Marta Bevilacqua. «Ne assaporiamo la quiete dopo una tempesta. La tempesta, così sceglie di aprire Vivaldi, crea un incantevole disordine. E che pace, e che frescura, e che desiderio di ascoltare ogni minimo impulso naturale. Cinque donne si fanno attraversare da un forte vento d’estate e cercano complicità e solitudine». L’“Autunno” invece induce all’introspezione, alla quiete «E così uno sparuto gruppo di uomini tergiversa sui suoi passi, attardando ogni piccola decisione, ponderando che la separazione tra gli opposti prima o poi si assottiglierà fino a scomparire. Tra il mesto girovagare e l’agonistico vigore, complice una stravagante consonanza, gli uomini gioiscono e danzano allegramente sotto l’albero dei riti antichi».
Del tutto particolare, poi, la proposta di domenica 2 aprile nella fascia mattutina: sempre alla Sala Bartoli alle ore 11. I danzatori di Arearea presentano un progetto dedicato all’infanzia e modulato sul rapporto con essa: “Play With Me” con le coreografie di Marta Bevilacqua, sulla cui realizzazione hanno influito anche un percorso laboratoriale di gioco e interazione ed infine una verifica, avvenuti direttamente nelle scuole e coi ragazzi. Una dinamica creativa molto profonda e stimolante. Il tema ispiratore è legato al tempo che viviamo, ai bambini di oggi, i cosiddetti “nativi digitali”, che fin dalla nascita sono attorniati da cellulari e microonde, telecomandi e telecamerine. Ecco allora che i danzatori di Arearea si chiedono: se anche Hansel e Gretel venissero sorpresi a giocare a “Candy Crash" nella casa caramellata della Strega, grassissimi e incapaci oramai di fuggire? Se al posto degli stivali il famoso Gatto si ritrovasse ai piedi un Balanskate? O se addirittura il Principe Azzurro si fermasse a giocare alla Wii anziché saltare a cavallo e liberare Cenerentola? «Ne è uscita la storia di due adulti-bambini – spiegano – che non sanno a che cosa giocare, che giocano senza sudare, che si imitano, che vincono e perdono».