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Bianchini racconta il suo ultimo romanzo ambientato nella Trieste degli anni '60/'70

Grande successo alla Lovat per la presentazione del romanzo "So che un giorno tornerai" (Libri Mondadori 2018)

Trieste, fine degli anni Sessanta. Angela, la protagonista del romanzo, appena vent'enne dà alla luce il suo primo figlio. Pasquale, l'uomo della sua vita, è un "jeansinaro" calabrese, affascinante e già sposato. Desiderioso di avere un figlio per poter portare avanti la sua stirpe, le fa una promessa: " Se sarà maschio, lo riconoscerò". Angela fa tutti gli scongiuri , ma nasce una femmina: Emma. Comincia così la storia di "So che un giorno tornerai" (Libri Mondadori 2018), l'ultimo romanzo di Luca Bianchini presentato oggi alla Lovat davanti ad un numeroso pubblico.

Tra risate, test sulla "triestinità" e la simpatia di Margherita Grambassi, ex-schermitrice olimpica e campionessa mondiale nelle vesti di presentatrice, Bianchini ha raccontato le pagine di un libro che parla della ricerca delle nostre origini, la scoperta di chi siamo e la magia degli amori che sanno aspettare. Un testo da leggere tutto d'un fiato, dove potersi perdere tra quel mix di ironia e nostalgia che solo Bianchini sa regalare.

 "Il romanzo è ispirato ad una storia vera, trovata per caso - ha dichiarato Bianchini-.  Ho deciso di ambientarla a Trieste perchè amo parlare di città che mi piacciono. Trieste, come Torino, è speciale perchè non è una città di passaggio, ci devi andare per forza".

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