Concerti del Tartini: ultimo appuntamento con un omaggio a Busoni
Ultimo appuntamento del 2016 dei Concerti autunno/inverno del Conservatorio Tartini. Lunedì 19 dicembre alle 20.30 in Sala Tartini l’Omaggio a Ferruccio Busoni, a cura del Dipartimento di Strumenti armonici, su un programma interamente dedicato alle "Elegien" di Ferruccio Busoni (1907), affidate ad alcuni promettenti allievi del Conservatorio Tartini. Si esibiranno Francesca Pallini, Alessandro Chiovara, Andrea Virtuoso, Nicole Vidak, Marina Feruglio, Luca Chiandotto, Federico Forti, Bóbita Andrejcsik, Stefano Cascioli, Llambi Cano, Una Neskovic, Gabriele Mastrogiovanni, Ksenija Tmusic e Alberto Olivo. Come sempre l’ingresso è libero previa prenotazione, con inizio alle 20.30.
Interprete, compositore, geniale trascrittore e revisore, insigne didatta e saggista, Busoni incarna il modello del musicista del futuro, capace di intrecciare tradizione e innovazione in una ricerca faustiana protesa all’infinito perfezionamento umano e artistico. In occasione del 150 anniversario della nascita, il Dipartimento di Pianoforte del Conservatorio "G. Tartini" desidera rendere omaggio alla sua arte pianistica e compositiva dedicando una serata ad alcune tra le sue opere più significative per tastiera. Le Elegien (1907 - 9) rievocano nel titolo l’omaggio a Rilke, poeta a cui nel 1907 Busoni aveva dedicato, "con ammirazione e amicizia", il proprio "Abbozzo di una nuova estetica della musica". Ognuno dei sette componimenti porta sul frontespizio la dedica ad un pianista allievo della sua scuola e, tranne il brano di apertura (Nach der Wendung, Recueillement), trae spunto da materiale utilizzato in opere precedenti come la Fantasia contrappuntistica, il Concerto per pianoforte e orchestra, la Turandot, la Sposa sorteggiata e la Berceuse élégiaque.
La componente metafisica si coniuga allo sperimentalismo linguistico che rinnova alla radice ogni elemento del comporre musicale: un’armonia multiversale, con centri di gravità in perenne rotazione, rende possibili melodie infinite, innestate nel tessuto compositivo attraverso una rete di polifonia diffusa. Ideale "pendant" delle Elegien è la Nuit de Noël (1908), brano dedicato a Frida Kindler, allieva dei corsi pianistici che il celebre compositore teneva a Weimar. Lo spunto compositivo è tratto da un canto natalizio siciliano ("O Sanctissima"), cui si unisce il fascino evocato dal suono del carillon, molto amato da Busoni. L’ansia rinnovatrice si proietta anche nel ciclo delle sei Sonatine, termine da intendersi non in senso classico ma come brano di piccole dimensioni per pianoforte. Al 1910 risalgono sia la prima, che si ispira al ciclo An die Jugend (1909), sia la seconda, considerata da Roman Vlad tra i capolavori busoniani più visionari in virtù del superamento della tradizionale quadratura ritmica. La successiva Sonatina ad usum infantis (1915) rievoca suggestivamente lo stile clavicembalistico mentre la Quarta Sonatina in diem Nativitate Christi MCMXVII, indaga le sfumature coloristiche delle mezzetinte e le diverse combinazioni fra i tre pedali, tecnica esecutiva di cui Busoni era maestro assoluto. L’omaggio a J. S. Bach traspare dalla Quinta Sonatina brevis in signo Joannes Sebastiani Magni (1919), libera trascrizione della Piccola Fantasia e Fuga in re minore BWV 905, ma la chiusura del ciclo è affidata alla Kammer-Fantasie uber Bizets "Carmen" (1920), opera di ampio respiro ispirata alle parafrasi lisztiane, ove le immagini di Bizet si trasfigurano fantasticamente in una forma dalle proporzioni classiche.