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Cultura

I 10 libri da portare al mare: la nostra selezione

Consigli di carta per viaggiare stando fermi, scritti di qualità per tenere alto il buonumore e “staccare il cervello” senza smettere di riflettere e di crescere. Con un occhio alle nostre coste e un altro al resto del mondo perché, per definizione, le vacanze non hanno confini

Il mare, a Trieste, non significa solo vacanza. È anche il grande amico che accoglie i triestini dopo l'orario d'ufficio o nelle lunghe pause pranzo degli orari spezzati. Un compagno di tutti i giorni, disponibile per chiunque, come un libro. Leggere ascoltando il rumore dell'acqua, trasportati dalla corrente di un appassionante filo narrativo, è un'esperienza rigenerante che può venire in soccorso ogni giorno a chi vive e lavora nella nostra città.

Quindi ecco a voi da Trieste Prima dieci consigli di lettura, una lista variegata che comprende alcune storie delle nostre coste adriatiche ma anche dei loro antipodi e perfino di luoghi mai esistiti. Perché lo spirito vacanziero non ha confini, neanche temporali, soprattutto in una città dove è possibile sentirsi in vacanza ogni giorno. Letture che terranno alto il vostro umore e vi appassioneranno portandovi lontano dai problemi personali. Scritti acuti e di qualità, perché staccare il cervello non significa per forza smettere di riflettere.

Pietro Spirito, “L'antenato sotto il mare” (Guanda, 2010)

In molti sognano di naufragare pur di allontanarsi dal ritmo della vita quotidiana e Pietro Spirito, il giornalista e scrittore triestino, ci prende in parola con questo libro alla scoperta di relitti in fondo alle acque del Golfo di Trieste. Resti di imbarcazioni un tempo testimoni di tutta la storia del nort-est d'Italia, dall'epoca romana fino ad arrivare alla seconda guerra mondiale e poi ai nostri giorni.Un viaggio nel tempo sotto il mare alla ricerca del senso di una contemporaneità dove il naufragio sembra spesso essere una predominante condizione esistenziale”.

Kanoko Okamoto, “Frotte di pesci rossi” (Lindau, 2018)

La scrittrice e poetessa giapponese del primo 900, recentemente tradotta e pubblicata in Italia, ha fatto innamorare anche Dacia Maraini, che firma la prefazione di questa raccolta. Nel primo racconto vediamo un giovane e tormentato ittiologo che gioca con la natura per cercare di conquistare la donna che si ostina a non amarlo. Sarà sufficiente selezionare una nuova pregiata specie di pesci rossi? Una raffinata chicca ad ambientazione acquatica, tutta da sfogliare.

Andrea Nagele, “Grado sotto la pioggia” (Emons Edizioni, 2018)

Torniamo a lidi più prossimi, a Grado, e subito troviamo due cadaveri e una sirena. Parola di una vecchietta gradese, che però non sembra essere particolarmente lucida. Intanto l'immancabile investigatrice cerca di vederci chiaro nelle acque sabbiose della laguna. Un giallo tedesco che intrappola nella sua rete anche i non amanti del genere.

Valerio Evangelisti, “Nicholas Eymerich, inquisitore” (Mondadori,1994)

I gialli sono un classico in spiaggia ma chi li trova troppo scontati si ricrederà dopo aver scoperto Valerio Evangelisti. Il primo capitolo della fortunata saga dell’inquisitore Eymerich è nientemeno che un giallo storico di fantascienza dislocato su tre linee temporali: medioevo, novecento e futuro remoto. Troppa grazia? Chiedetelo a padre Eymerich, il più spietato esecutore della “grazia divina”.

Terry Prachett e Neil Gaiman, “Buona apocalisse a tutti” (Mondadori, 2012)

Il caldo di questi giorni ci fa riflettere sulla potenza dei cambiamenti climatici, ed ecco che un pensiero sulla fine del mondo rischia di gettare un’ombra cupa sulla nostra giornata al mare. Quindi, mentre cerchiamo di tenere una condotta ecosostenibile ed evitare il peggio, uno sguardo ironico verso l’apocalisse non potrà che farci bene se ci affidiamo al genio visionario di Terry Prachett e Neil Gaiman. Una brillante commedia fantascientifica in grado di spazzare via i brutti pensieri sul futuro. In fondo, non è anche per questo che andiamo al mare?

Anna Maria Mori e Nelida Milani, "Bora - Istria, il vento dell'esilio" (Marsilio, 2018)

Due voci femminili ci riportano come sirene al nostro Adriatico e alle storie di confine, per raccontarci le due facce dell’esodo istriano. Anna Maria Mori, esule, e Nelida Milani, rimasta a Pola. Due stili e due prospettive opposte di un’unica ferita. Non certo un libro da spiaggia, ma che getta uno sguardo nuovo e profondo verso quei lidi che ogni estate percorriamo. Spesso senza renderci conto della loro storia, anche quando crediamo di conoscerla.

W. Somerset Maugham, "La diva Julia" (Adelphi, 2000 - prima edizione 1937)

Ci sono libri senza tempo, si potrebbe dire che sembrano  scritti l’altro ieri ma sarebbe offensivo. È il caso de “Il grande Gatsby” e di non molti altri, ma tra questi ci permettiamo di includere “La diva Julia”, commedia tanto brillante quanto disincantata. Un cocktail di umorismo, cinismo ed eleganza. Ricorda il sapore dolce amaro del Negroni ma è bevibilissimo anche sotto il sole.

Alan Bennett, "Due storie  sporche" (Adelphi, 2011)

In estate ci si spoglia e quindi la commedia erotica è un must, ma solo se velata dal patinato umorismo inglese di Alan Bennet. Perché gli inglesi fanno ridere sul serio, solo che nel frattempo distruggono schemi e convenzioni. E anche il luogo comune che li vorrebbe capaci solo di freddure. Anzi, il consiglio è di non leggere questo libro nelle ore più calde.

Tibor Fischer, "Viaggio al termine di una stanza" (Mondadori, 2006)

Chi lo dice che per viaggiare bisogna uscire dalla propria camera? Secondo la protagonista di questa storia è sufficiente internet e TV satellitare. Eppure la vita viene sempre a prenderci e ci costringe a uscire. In questo caso è la lettera di un ex deceduto che la catapulterà in un carosello postmoderno di nuove esperienze, "dalle piscine dei sex club catalani ai riferimenti alla guerra nell'ex Jugoslavia, fino ad atolli lontani e pericolosissimi".

Mauro Covacich, "La città interiore" (La nave di Teseo, 2017)

E come ogni escursione che si rispetti ritorniamo al punto di partenza: di nuovo a Trieste con il nostrano Mauro Covacich. Dopo "Trieste sottosopra" (migliorabile esperimento di gioventù), Covacich torna a parlare della sua città natale a tutto tondo, in un percorso intergenerazionale che, di padre in figlio, accompagna la crescita personale alla sofferta crescita di un territorio. Una narrazione avventurosa, appassionante e soprattutto reale, che inizia proprio sul canale di Ponterosso. A pochi chilometri dalla spiaggia dove, probabilmente, abbiamo appena aperto il libro.

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