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Teatro Verdi, trionfo per "Norma", lunghi applausi e standing ovation finale

Un grande successo insomma sì per la compagnia artistica, ma sopratutto per il teatro "Verdi" che con questa "Norma" sembra essere tornato ai tempi d'oro. Un appuntamento da non perdere che replica a Trieste fino al 6 febbraio

Èstata una performance indimenticabile quella del soprano lettone Marina Rebeka,  per la prima volta al “Verdi” di Trieste venerdì sera nel difficile ruolo di Norma. L'artista, dalle sorprendenti doti canore e dalla coinvolgente spontaneità scenica, ha raccolto interminabili applausi a scena aperta e oltre dieci minuti di standing ovation tra l'unanime approvazione del pubblico ed una pioggia di fiori. Una bella sorpresa questa incantevole e talentuosa artista  già nome conosciuto sulla scena internazionale, tanto che  a breve porterà la sua straordinaria Norma anche al Metropolitan di New York in occasione dell'apertura della stagione lirica. L'opera di Vincenzo Bellini è esaltante prova di maestria tecnica e interpretativa per i più grandi soprani della storia, ed è unanimemente considerata esempio fra i più significativi e affascinanti del “bel canto” lirico, la cui eccezionale bellezza musicale sta nell’essere “una partitura che anela alla perfezione, un astro che traccia la sua orbita intorno al sole racchiuso nel mondo più intimo della melodia infinita” come ha affermato il Maestro Fabrizio Maria Carminati chiamato a dirigere l’opera. L'interpretazione più indimenticabile  è appartenuta alla grande  Maria Callas,  che proprio nel ruolo suo più celebre si esibì al “Verdi” di Trieste nel lontano 1953. Ma la Rebeka, con l'interpretazione di venerdì, ha saputo tener testa alle più grandi dive della storia regalando al pubblico triestino emozioni forti. Trentacinque anni, occhi azzurro-ghiaccio, il soprano, la cui voce è stata definita “stellare”, ha incantato il pubblico nell'aria “Casta diva”,  tanto da guadagnarsi anche in quell'occasione quasi dieci minuti di applausi a scena aperta, e richieste di bis. Nonostante l'artista sia certamente abituata a calorose reazioni di approvazione da parte del pubblico, forse  era stata messa in guardia da quello triestino, generalmente freddo e molto esigente. Tanti  interminabili applausi l'hanno lasciata visibilmente commossa. Decisamente non all'altezza della brava Rebeka il tenore spagnolo Sergio Escobar nel ruolo di Pollione. Rigido, non sempre pronto ad affrontare con decisione la partitura, Escobar ha comunque dato prova di buone capacità, pur se non entusiasmanti. Altra brava interprete, stavolta dalla Russia, la giovane soprano Anna Goryachova  nella parte di un'Adalgisa ingenua ma determinata. Perfettamente incastrate sul fronte tecnico canoro le arie a due tra Adalgisa e Norma. Anche la Goryachova si è meritata l'entuasiasmo del pubblico. Ancora in po' acerbi due artisti  giapponesi che hanno interpretato rispettivamente Flavio e Clotilde. Il personaggio di Clotilde in particolare, una sostituzione last minute, era troppo impostato  sia sul fronte canoro che scenico,  senza alcuna spontaneità. Ottima infine la performance del basso Andrea Comelli, nel ruolo di Oroveso. Nel complesso una compagnia molto equilibrata.

Semplici nel loro stile neoclassico e minimalista   le scene di Pierpaolo Bisleri e Mario Schifano. L’allestimento proposto dal Teatro Verdi di Trieste è quello semplice e raffinato firmato da Federico Tiezzi,  ripreso dal bravo Oscar Cecchi. Il simbolo della quercia, che domina l’opera insieme  a quello della luna, è realizzato sui bozzetti originali di Mario Schifano, recuperati miracolosamente dopo l’incendio del Teatro Petruzzelli di Bari.  Lineari e ben integrati anche i costumi di Giovanna Buzzi.

Ottima infine la performance del coro e dell'orchestra.

Un grande successo insomma sì per la compagnia artistica, ma sopratutto per il teatro “Verdi” che con questa “Norma” sembra essere tornato ai tempi d'oro. Un appuntamento da non perdere che replica a Trieste fino al 6 febbraio.

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