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Expats in Trieste: aperitivi con l’“anima cosmopolita“ della città

Un gruppo social che si incontra dal vivo ogni giovedì, in cui “tutti si sentono a casa al di là della geografia”

A Trieste esiste un porto sicuro per chi arriva da lontano, una comunità fatta di nuovi abitanti, trasferiti da poco e magari ancora un po’impacciati con la lingua italiana. È il gruppo “Expats in Trieste”, che raduna stranieri e italiani trasportati in città dai casi della vita, dal lavoro o da una scelta consapevole. C’è chi lavora alla Sissa (la maggior parte), chi si è trasferito per amore, chi è qui apposta per trovarlo o, semplicemente, si è innamorato della città. E non sono pochi.

“Expats in Trieste” non è solo un gruppo social, è soprattutto un ritrovo reale che ha luogo ogni giovedì, all’osteria “Km 0” in via del Pane. «Non a caso abbiamo scelto un posto tipico – specifica la fondatrice Maria - per sentirci più vicini alle tradizioni del luogo. Per lo stesso motivo sto lavorando per trasformare il gruppo in un’associazione culturale, così sarà più semplice radicarsi nella città. Non c’è scopo di lucro, solo volontà di conoscersi e promuovere l’integrazione culturale».

«Parliamo in inglese perché è una lingua universale – continua Maria -, che ogni viaggiatore conosce, e anche per venire incontro a coloro che sono appena arrivati in città e si sentono un po’spaesati perché devono ancora imparare la lingua. Tra noi ci sono anche molti italiani trasferiti da altre città, e anche triestini curiosi di entrare in contatto con l’anima cosmopolita di Trieste, per esercitare l’inglese ma anche per conoscere persone nuove. Un gruppo per tutti, in cui tutti si sentono a casa al di là della geografia».

Sulle pagine Facebook e Instagram, una volta alla settimana, vengono postate le storie più particolari degli “Expats”, a partire dalla prima, quella di Maria, americana di origini russe. Insegnante di inglese alla Sissa e mamma da un anno, si è trasferita a Trieste nel 2016, per amore. Suo marito, Francesco, è un It Program Manager, savonese ma conosciuto a Viareggio. Solo una delle tante storie “senza confini”.

«Ho vissuto a Roma per 4 anni – racconta Maria -. Una città incredibile per l’arte e la cultura, ma è più facile sentirsi soli perché è grande e dispersiva. C’è una forma mentis per cui spontaneamente si creano gruppi di “spaesati” di diverse nazionalità, a Trieste succede raramente. Qui è diverso perché è una città molto più vivibile e a misura di famiglia, ma nonostante tutto ha veramente un’anima cosmopolita, che sto scoprendo grazie a questa esperienza. Mi sembra che, grazie a questa fioritura del turismo, si andrà sempre di più in questa direzione».

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