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Science + Fiction Festival: vince “Embers” di Claire Carrè e Trieste si conferma città della fantascienza

Trieste si conferma città della fantascienza al termine della sedicesima edizione del Science + Fiction Festival che anche quest'anno ha registrato più di 20mila presenze. Al grido di “Alabarda Spaziale!”, che quest'anno ha affiancato l'ormai caratteristico “Raggi Fotonici!”, urlato a squarciagola dal pubblico all'inizio di ogni proiezione, il festival si  è concluso sotto il nubifragio con un messaggio chiaro, come diceva il buon Dottor Frankenstein, “Si può fare”, e sempre meglio. La manifestazione, organizzata da Cappella Underground e sostenuta dagli enti pubblici locali, continua a stupire per la ricchezza nella scelta delle pellicole, per  i nomi illustri negli ospiti che vi prendono parte (per citarne solo un paio di questa edizione, Rutger Hauer e Dario Argento), per le numerose attività collaterali e per il folto  pubblico che ogni anno prende parte alla kermesse con anima e corpo. Una buona fetta di esso arriva infatti da altre città, da altre regioni, si prende una settimana di ferie, pernotta a Trieste e si gode questa full immersion nella fantascienza, un indubbio contributo a tutto il settore turistico locale.

Ebbene in questo finale di manifestazione è stato premiato con il prestigioso riconoscimento Asteroide il film “Embers dell'americana  Claire Carrè, presente sia alla proiezione che alla premiazione con un caschetto di capelli biondi “alla Beatles” e una strepitosa tuta da meccanico.

Che dire di “Embers”? Vecchia l'idea,  passabile la recitazione. Già vista la pandemia, già vista l'amnesia collettiva o comunque il ripetersi delle giornate e delle azioni dovute alla perdita di memoria (50 volte il primo bacio, Remember Sunday, Limitless, solo per citarne alcuni....), insomma speravamo in qualcosa di più.  La giuria internazionale ha spiegato: “Questo film è un’allegoria senza tempo sul comportamento umano, sull’intensità delle emozioni e sull’incognita del futuro”.  

Peccato per l'italiano in concorso “Monolith”, del giovane e talentuoso Ivan Silvestrini, una pellicola ad alta tensione, ben recitata, con una splendida fotografia ed una storia originale, tratta dall'omonimo fumetto, che senza dubbio riscuoterà il meritato successo con il grande pubblico delle sale ma che a Trieste ha ricevuto solo una nota di merito.

Il Melies d'Argento al miglior lungometraggio fantastico europeo è andato a “Sum of Histories”  di Lukas Bossuyt, film prodotto da Belgio e Olanda.  Nella sezione European Fantastic Shorts, la selezione di cortometraggi fantastici europei, il pubblico ha assegnato il Melies d'Argento al miglior cortometraggio fantastico europeo al film breve bulgaro  “Getting fat in a healthy way” di Kevork Aslanyan. “I am not a serial killer” dell’irlandese Billy O’Brien si è aggiudicato il Nocturno Nuove Visioni Award,  mentre il Premio della Critica Web per la migliore opera prima è andato a “Under the shadow” di Babak Anvari, pellicola anglo-americana candidata agli Oscar 2017 come Miglior Film Straniero per la Gran Bretagna. Gli spettatori di questa edizione hanno invece votato a maggioranza “Moonwalkers” del regista francese Antoine Bardau-Jacquet, che si è aggiudicato il  Premio del Pubblico  2016.  

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