Il Giorno della Memoria a Muggia: "Per non dimenticare”
Si rinnova anche quest’anno a Muggia l’appuntamento dedicato al “Giorno della Memoria. Per non dimenticare”. Il 27 gennaio alle 16.30 al Ricreatorio F. Penso, i ragazzi intervisteranno alcune persone deportate nei campi di concentramento tra cui Fanika Kasteli?, partigiana che contribuì alla liberazione di Muggia, moglie di Giovanni Tiepolo, confinato nel campo di sterminio di Dachau. Verrà proiettata l’intervista a Jolanda Marchesich deportata ad Auschwitz. Inoltre sarà presentata una ricerca sulla Risiera di San Sabba di Trieste e sui deportati muggesani nei vari campi di sterminio. L’incontro – organizzato da Comune di Muggia, Progetto Giovani, Servizio sociale Casa di riposo comunale, Istituto comprensivo Giovanni Lucio scuola Nazario Sauro, Cooperativa sociale Itaca, Aned – Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti, Anpi – Associazione nazionale Partigiani d’Italia e Cooperativa sociale Universiis – è aperto a tutta la cittadinanza, familiari e genitori.
L’idea di dedicare la “Giorno della Memoria” del 27 gennaio ad un incontro pubblico a Muggia con Jolanda Marchesich parte da qui, ma parte anche dalla consapevolezza che oggi valori come la libertà, la democrazia e il rispetto dei diritti umani spesso non vengono sufficientemente apprezzati, in quanto considerati un fatto oramai acquisito. Per ascoltare e per non dimenticare, il 27 gennaio alle 16.30 nella Sala Roma del Ricreatorio F. Penso di Muggia, Jolanda Marchesich verrà intervistata dai ragazzi. L’appuntamento è organizzato dal Comune di Muggia insieme al Progetto Giovani, al Servizio sociale e alla Casa di riposo comunale, all’Istituto comprensivo Giovanni Lucio scuola Nazario Sauro, in collaborazione con Cooperativa sociale Itaca e Cooperativa sociale Universiis.
L’appuntamento si propone di promuovere la riflessione sulle cause e le conseguenze del nazifascismo, tra cui il genocidio, ma anche di incoraggiare il dialogo interculturale tra i popoli mantenendo vivo l’insegnamento del passato, e stimolando una continua riflessione sugli orrori della guerra. Inoltre, si vuole migliorare la conoscenza e la diffusione della cultura e della storia comune della popolazione Istriana e Giuliana, attraverso la preservazione e diffusione delle testimonianze orali, fotografiche e documentali dell’epoca. Ma i principali destinatari dell’incontro saranno giovani e anziani, nello specifico i ragazzi che frequentano il Progetto Giovani e gli studenti delle scuole medie, e gli anziani della Casa di riposo e dell’Ambito 1.3 di Muggia – Dolina.
Tutto nasce nella Casa di riposo comunale di Muggia, durante uno dei tanti incontri intergenerazionali tra il Ricreatorio F. Penso e il servizio: le mani degli anziani stanno impastando farina, zucchero e uova insieme a quelle dei bambini quando, a un certo punto, una voce si fa largo. È la voce di Jolanda Marchesich, una delle residenti nella Casa muggesana. Quella voce inizia a riempire tutta la stanza, i bambini smettono subito di impastare, i loro occhi diventano più grandi e le loro orecchie ascoltano solo quella voce. Il tatuaggio che Jolanda porta sul braccio è tutto quello che c’è da guardare. Perché quella di Jolanda Marchesich, classe 1924, è una delle ultime voci sulle deportazioni, presenti sul territorio muggesano, il suo è uno degli ultimi visi che i bambini possono guardare, e noi con loro. Oggi ospite della Casa di riposo di Muggia, Jolanda è stata deportata ad Auschwitz quando aveva 20 anni, e la sua è una delle ultime preziose testimonianze sull’Olocausto e sugli orribili crimini compiuti dal nazifascismo nel corso della Seconda Guerra Mondiale.