"La guerra dei miei nonni", al Ridotto del Verdi reading multimediale con Aldo Cazzullo
Il Teatro Stabile di Verona porterà in scena il reading tratto da libro di Aldo Cazzullo dedicato al Centenario della Grande Guerra “La Guerra dei nostri nonni. 1915-1918: storie di uomini, donne, famiglie” e dal nuovo libro dedicato alla Resistenza “Possa il mio sangue servire. Uomini e donne della Resistenza”. Aldo Cazzullo sarà in scena giovedì 7 maggio alle ore 18 al Teatro Goldoni di Venezia, lunedì 11 maggio alle ore 17 presso l’Aula Magna del Liceo Cotta di Legnago (VR) e alle ore 21 al Teatro Nuovo di Verona, domenica 24 maggio alle ore 18,00 al Teatro Verdi di Trieste e lunedì 25 maggio alle ore 20,30 al Teatro Comunale di Pescantina.
L’ingresso per il pubblico sarà libero.
A seguito del successo conseguito in più di sessanta città italiane con lo spettacolo multimediale tratto dal precedente libro “Viva l’Italia!” di Aldo Cazzullo, il Teatro Stabile di Verona propone il nuovo reading che vedrà in scena, oltre agli attori Paolo
Valerio e Michele Ghionna, anche in questo caso l’autore stesso.In scena si alterneranno le letture dei passi salienti dei due testi, dedicati al tema della Grande Guerra ed alla Resistenza, e gli interventi di Aldo Cazzullo. Alle parole si aggiungeranno anche video e immagini di repertorio che, in maniera suggestiva, daranno modo agli spettatori di vivere appieno questi racconti attraverso la storia d’Italia, rivissuta attraverso le storie di uomini, donne e famiglie. Un percorso
narrativo affascinante per coinvolgere tutti, comprese le nuove generazioni, in un momento divulgativo ma allo stesso tempo appassionato ed attento sull’Italia di ieri ma anche sul nostro futuro.
Presentazione multimediale dei libri di Aldo Cazzullo, giornalista del Corriere della Sera.
Lettura e commento a cura dell’autore. Letture di Paolo Valerio e Michele Ghionna.Immagini di repertorio e montaggio video a cura di Roberto Guglielmi.
La Grande Guerra non ha eroi. I protagonisti non sono re, imperatori, generali. Sono fanti contadini: i nostri nonni. Aldo Cazzullo racconta il conflitto ’15-18 sul fronte italiano, alternando storie di uomini e di donne: le storie delle nostre famiglie. Perché la guerra è l’inizio della libertà per le donne, che dimostrano di poter fare le stesse cose degli uomini: lavorare in fabbrica, guidare i tram, laurearsi, insegnare. Le vicende di crocerossine, prostitute, portatrici, spie, inviate di guerra, persino soldatesse in incognito, incrociano quelle di alpini, arditi, prigionieri, poeti in armi, grandi personaggi e altri sconosciuti. Attraverso lettere, diari di guerra, testimonianze anche inedite, La guerra dei nostri nonni conduce nell’abisso del dolore: i mutilati al volto, di cui si è persa la memoria; le decimazioni di innocenti; l’«esercito dei folli», come il soldato che in manicomio proseguiva all’infinito il suo compito di contare i morti in trincea; le donne friulane e venete violentate dagli invasori; l’istituto degli «orfani dei vivi», dove le mamme andavano di nascosto a vedere i «piccoli tedeschi» che erano pur sempre loro figli. Ma sia le testimonianze di una sofferenza che oggi non riusciamo neppure a immaginare, sia le tante storie a lieto fine – come quelle raccolte dall’autore su Facebook – restituiscono la stessa idea di fondo: la Grande Guerra fu la prima sfida dell’Italia unita; e fu vinta. L’Italia poteva essere spazzata via; dimostrò di non essere più «un nome geografico», ma una nazione. Questo non toglie nulla alle gravissime responsabilità – che il libro denuncia con forza – di politici, generali, affaristi, intellettuali, a cominciare da D’Annunzio, che trascinarono il Paese nel grande massacro. Ma può aiutarci a ricordare chi erano i nostri nonni, di quale forza morale furono capaci, e quale patrimonio portiamo dentro di noi.
La Resistenza a lungo è stata considerata solo una “cosa di sinistra”: fazzoletto rosso e Bella ciao. Poi, negli ultimi anni, i partigiani sono stati presentati come carnefici sanguinari, che si accanirono su vittime innocenti, i “ragazzi di Salò”. Entrambe queste versioni sono parziali e false. La Resistenza non è il patrimonio di una fazione; è un patrimonio della nazione. Aldo Cazzullo lo dimostra raccontando la Resistenza che non si trova nei libri. Storie di case che si aprono nella notte, di feriti curati nei pagliai, di ricercati nascosti in cantina, di madri che fanno scudo con il proprio corpo ai figli. Le storie delle suore di Firenze, Giuste tra le Nazioni per aver salvato centinaia di ebrei; dei sacerdoti come don Ferrante Bagiardi, che sceglie di morire con i suoi parrocchiani dicendo “vi accompagno io davanti al Signore”; degli alpini della Val Chisone che rifiutano di arrendersi ai nazisti perché “le nostre montagne sono nostre”; dei tre carabinieri di Fiesole che si fanno uccidere per salvare gli ostaggi; dei 600 mila internati in Germania che come Giovanni Guareschi restano nei lager a patire la fame e le botte, pur di non andare a Salò a combattere altri italiani.
La Resistenza fu fatta dai partigiani comunisti come Cino Moscatelli, ma anche da quelli cattolici come Paola Del Din, monarchici come Edgardo Sogno, giellisti come Beppe Fenoglio. E fu fatta dalle donne, dai fucilati di Cefalonia, dai bersaglieri che morirono combattendo al fianco degli Alleati. La Resistenza ha avuto le sue pagine nere, che vanno raccontate, come fa anche questo libro, da Porzûs a Codevigo; così come racconta le atrocità spesso dimenticate dei nazisti e dei fascisti: Boves e Marzabotto, le torture della X Mas e della banda Koch. La storia è scandita dalle voci dal lager e dalle lettere dei condannati a morte, che spesso chiedono la riconciliazione nazionale e si dicono certi che dal loro sacrificio nascerà un’Italia migliore. A 70 anni dalla liberazione, mentre i testimoni se ne stanno andando, è giusto salvarne la memoria e raccontare ai giovani cos’è stata davvero la Resistenza, e di quale forza morale sono stati capaci i nostri padri.
Aldo Cazzullo (Alba 1966), dopo quindici anni alla «Stampa», dal 2003 è inviato ed editorialista del «Corriere della Sera». Oltre alle vicende italiane, ha seguito le elezioni di Bush, Obama, Erdogan, Abu Mazen, Zapatero, Rajoy, Sarkozy, Hollande, Cameron, le Olimpiadi di Atene, Pechino e Londra, i Mondiali di calcio in Giappone, Germania e Sud Africa.
Da Mondadori ha pubblicato: I ragazzi di via Po (1997), I ragazzi che volevano fare la rivoluzione (1998), Il caso Sofri (2004), Testamento di un anticomunista (2000, con Edgardo Sogno), Il mistero di Torino (2004, con Vittorio Messori), I grandi vecchi (2006, premio Estense 2006), Outlet Italia (2007), L’Italia de noantri (2009), Viva l’Italia! (2010) , il romanzo La mia anima è ovunque tu sia (2011) e Basta piangere! (2013). “La Guerra dei nostri nonni” ha superato le duecentomila copie vendute.