"La Grande Trieste" presentata oggi al Salone degli Incanti (FOTO)
E' stata presentata oggi al Museo Revoltella, la nuova importante mostra del 2015 dal titolo “La Grande Trieste 1891-1914. Ritratto di una città” allestita al Salone degli Incanti-ex Pescheria - promossa dal Comune di Trieste, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, della Fondazione CRTrieste e delle Assicurazioni Generali – che sarà inaugurata sabato 7 febbraio, alle 18.00 e visitabile dall'8 febbraio al 3 maggio.
Un'esposizione che cerca di interpretare la città focalizzando l'attenzione su un periodo importante della sua storia, in cui l'accavallarsi degli eventi convive con lo sviluppo economico e le tensioni sociali, la vivacità culturale e la povertà, le lotte politiche e la mondanità. Un mondo che si dissolve bruscamente con la Grande Guerra.
Alla presentazione sono intervenuti gli Assessori alla Cultura del Comune di Trieste, Paolo Tassinari e della Regione FVG, Gianni Torrenti, i direttori dei Civici Musei di Storia ed Arte, Maria Masau Dan, delle Biblioteche Civiche, Bianca Cuderi, e dei Civici Musei Scientifici, Nicola Bressi, per la Biblioteca Nazionale Slovena e degli Studi, Martina Humar, per le Assicurazioni Generali, Marzio Lipari, per la Fondazione CRTrieste, Tiziana Sandrinelli. Concepita alla fine del 2013 e progettata nel 2014 dai responsabili scientifici della mostra Maria Masau Dan, Bianca Cuderi e Nicola Bressi – quando si è aperto il dibattito internazionale sulle cause e sulle conseguenze del primo conflitto mondiale – “La grande Trieste” cerca di descrivere, almeno per cenni, ciò che lo scoppio della guerra ha significato per Trieste, la fine di un’epoca e la sua archiviazione.
Costruita quasi esclusivamente attorno al patrimonio dei Musei civici (Musei di storia ed arte, Museo Revoltella, Musei Scientifici) e delle Biblioteche di Trieste, la mostra consente di visualizzarlo per la prima volta nel suo insieme, valorizzato proprio nella ricerca di relazioni fra gli oggetti, le opere e i documenti.
Quasi tutte le sezioni ospitano materiali di proprietà comunale, ad eccezione dello spazio destinato alla cultura slovena – affidato alla cura della Narodna in študijska knji?nica / Biblioteca Nazionale Slovena e degli Studi – e quello dedicato alle Assicurazioni Generali (con l’Archivio Storico), perno dell’economia triestina e simbolo del profilo internazionale della città.
La documentazione fotografica – proveniente dalla ricchissima Fototeca dei Musei civici di storia ed arte – rappresenta il filo conduttore, mentre il confronto puntuale fra immagini e materiale permette di contestualizzare gli oggetti, comprenderne meglio il valore e il significato.
La ricchezza e la diversità dei contenuti della mostra trovano risposta in un layout espositivo razionale, dal carattere quasi industriale, sviluppato attraverso la reiterazione di una serie di moduli espositivi, grazie al progetto curato dall’architetto Dimitri Waltritsch e arricchito dal design grafico di Matteo Bartoli, con il coordinamento e ordinamento delle sezioni di Lorenzo Michelli per Comunicarte.
«Le due scelte a delimitare il periodo della mostra – ha affermato ancora l’Assessore Paolo Tassinari – ricordano altrettanti momenti importanti della storia della città: l’abolizione del privilegio del Porto franco (1891), che delimita la zona franca ad un assetto ben identificabile e separato dalla città, e l’assassinio di Francesco Ferdinando d’Asburgo a Sarajevo (28 giugno 1914), causa scatenante della prima guerra mondiale». «Il titolo – ha sottolineato Tassinari ricordando che prende spunto dall’edizione italiana del volume “La grande Vienna” – vuol dichiarare il sentimento di una città che, in quegli anni, si fa grande, grazie ad un’espansione commerciale, industriale, architettonica e, anche, museale, che non ha eguali in Europa».
«“La grande Trieste” è una mostra significativa che aiuta a comprendere la città e la voluta eterogeneità dei contenuti – ha affermato l'assessore Gianni Torrenti - che testimonia la molteplicità di influenze culturali, etniche, imprenditoriali e storiche di cui Trieste ha beneficiato, consentirà al territorio di interagire meglio con chi arriva oggi in città, per lavoro o per turismo. E può essere l'inizio di un percorso che può portare a sviluppare altri elementi di straordinarietà legati a Trieste. Una città grande, che vuole riflettere sull'oggi».
L’accesso alla mostra consente fin da subito una visione complessiva del piano espositivo (2.000 metri quadri) viene stimolato ad approfondire le informazioni relative alla vita del periodo di riferimento (grazie a 300 fotografie). Alcuni dei principali fatti di cronaca, anche di grande impatto emotivo, sono ricordati con una serie di gigantografie sospese: sedici grandi pannelli fotografici (da 300 x 200 cm) che riproducono immagini dell’epoca scelte dalla collezione della Fototeca dei Musei civici di storia ed arte. Su altre superfici, sempre di grande dimensione, è testimoniata la straordinaria importanza che la letteratura ha rivestito per Trieste, attraverso il ricordo di brani e citazioni, che si articola in un percorso circolare, lungo il quale il visitatore autori (fra i quali Carolus L. Cergoly, Scipio Slataper, James Joyce, Carlo Marchesetti) scritti nelle lingue originali, che costituiscono una narrativa di supporto a tutta la mostra.
Le dieci sezioni sono così intitolate: "Sotto il segno degli Asburgo", "La città immediata dell’Impero", "La capitale dell’Adriatico asburgico", "Proiezioni marittime della “Grande Trieste”, "Scatola magica – luoghi della musica e dello spettacolo", "La Trieste slovena", "Sguardi sulla città", "Nascita dell’archeologia", "Arte a Trieste tra Monaco e Venezia" – “Una nuova e diversa scintillazione”, "Assicurazioni Generali: Trieste fulcro di una leva internazionale".
L’eterogeneità dei contenuti della mostra si rappresenta anche in un allestimento aereo multicolore e tridimensionale (realizzato con 13 chilometri di cavi nautici in 8 colorazioni diverse), quasi un secondo livello dell’esposizione, che nel riprendere la modularità del “cassettonato”, caratterizzante il soffitto della Pescheria, ricorda il ruolo che tale edificio ebbe nella vita quotidiana del periodo.