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Martedì, 19 Marzo 2024
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“Shine – Pink Floyd Moon” al Rossetti: emozioni tra il lato oscuro e chiaro di luna

Standing ovation al Politeama Rossetti per lo spettacolo di Micha van Hoecke ispirato alla leggendaria band britannica

Un concerto spettacolare o uno spettacolo ottimamente concertato in cui si sposano felicemente le ragioni commerciali e quelle artistiche: entrambe le definizioni, e altre ancora non meno adeguate, potrebbero delineare in modo sintetico lo “Shine – Pink Floyd Moon”, accolto con ovazioni dal pubblico di tutte le età che ha gremito il Politeama Rossetti.

A pieno diritto annoverata tra i classici del '900, grazie alla qualità e ininterrotta popolarità lunga mezzo secolo, la protagonista indiscussa dell'evento è la musica dell'ormai leggendario complesso britannico che ha ispirato un genio del calibro di Micha van Hoecke ad architettare non solo le coreografie, bensì una complessa e sfavillante messa in scena, impreziosita dall'essenziale contributo di Alessandro Caso (luci), Riccardo Berti (laser show), Andrea Arnese (video), Benito Leonori (scene) e Anna Biagiotti (costumi). Il fulcro del minuziosamente costruito show sono, tuttavia, le davvero impeccabili e galvanizzanti interpretazioni dal vivo dell'acclamata band italiana Pink Floyd Legend.

Il titolo dello spettacolo coniuga i nomi dell'ottavo disco dei Pink Floyd realizzato in studio, “Dark Side Of The Moon”, e del brano “Shine On You Crazy Diamond” dal successivo concept album “Wish You Were Here”, scritto come uno straziante omaggio a Syd Barrett che aveva abbandonato il gruppo qualche anno prima a causa di un disturbo mentale (in cui gli specialisti di un noto studio italiano recentemente hanno ravvisato i sintomi della sindrome di Asperger). Sgorga da questo spunto l'affabulazione mosaicata di van Hoecke, fatta di episodi connessi attraverso le libere associazioni ispirate alla Luna, al suo lato oscuro inteso come psicosi, a quello chiaro che è simbolo di creatività e immaginazione poetica, ai brandelli della storia della seconda metà del ventesimo secolo insinuati nelle esperienze personali del coreografo belga. In un intreccio organico, i brani e i testi danno la linfa vitale ai tasselli narrativi di inappuntabile estetica, seppure a volte riducibili alle vignette piuttosto lineari ed esplicative.

Tuttavia, tra certi passaggi che sanno di routine, van Hoecke riesce ad inserire molti concetti passionali ed emozionanti. Lo spettacolo intero, del resto, è fondato sull'ingegnosa idea di affidare il ruolo di Syd Barrett a Denys Ganio, il primo ballerino del Ballet National de Marseille di Roland Petit impegnato nello storico Pink Floyd Ballet del 1972, e di crearne un alter ego, un mediatore danzante tra l'inquieta giovinezza e la tormentata maturità, tra la Terra e la Luna, incarnato eccellentemente da un vibrante e suggestivo Mattia Tortora. Gli elogi vanno altrettanto al bravissimo cast della Compagnia Daniele Cipriani, agile, espressivo, sinceramente coinvolto e coinvolgente sia negli esigenti assolo che nelle scene corali. Alla fine la platea è in piedi ad applaudire entusiasticamente tutti gli interpreti che concludono la serata scatenandosi nella ripresa di “Another Brick In The Wall”.

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