Esistenze 2014: oltre 600 bambini e anziani per il gran finale in piazza Unità
Sarà un colpo d'occhio straordinario, con oltre 600 fra bambini e anziani coinvolti negli spettacoli a tappe che animeranno le strade e le piazze del centro storico di Trieste, e nella coreografia conclusiva in Piazza Unità.
Partenza alle 15.30 da Piazza Tor Cucherna per un percorso a stazioni che approderà alle 17 in Piazza Unita’ con lo spettacolare evento coreografico. Anche per l'edizione 2014 di “Esistenze, Osservatorio sulle diverse età della vita” - il progetto realizzato dal CTA di Gorizia con la Regione Friuli Venezia Giulia, il Comune e la Provincia di Trieste, con la collaborazione della sede regionale della Rai Friuli Venezia Giulia, media partner Il Piccolo – filo rosso e trama delle rappresentazioni è stata la lettura di un libro. Quest'anno si è scelto “Il libraio di Selinunte” di Roberto Vecchioni, un testo che esprime il valore delle parole e il senso che possono avere le mille sfumature che a queste si danno.
Un centinaio gli incontri nel corso dell'anno scolastico 2013-2014, a cura di Roberto Piaggio ed Elisabetta Gustini, con Serena Di Blasio, Erica Pacchioni, Maria Ellero e Claudio Parrino. Hanno partecipato più di 600 bambini di 31 classi delle scuole dell'Infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado e 61 anziani provenienti dalle strutture per la terza età della regione Friuli Venezia Giulia.
Il percorso spettacolare tratto dal romanzo di Vecchioni, a cura di Elisabetta Gustini e Serena Di Blasio, prenderà il via mercoledì da piazzetta Tor Cucherna alle 15.30 con Bocche vuote orecchie piene: «Le parole come cose. Le parole sono cose: noi ne abbiamo deturpato il senso nel tempo o illanguidito la forza, le abbiamo lentamente ridotte ad altro da sé. O noi piuttosto siamo passati oltre e le osserviamo immobili come stelle inutili piantate nel cielo». Sempre in piazzetta Tor Cucherna, ore 15.45, L’uomo che parlava con gli alberi: «C’era un tizio a Selinunte, un po’ tonto, il Fresca, che diceva di parlare con le piante. La gente lo scherniva: “Fresca, che ti ha detto l’acero stamattina?”. E lui rideva, rideva sempre, non gliene importava niente degli sberleffi. Anch’io ne ridevo. Ma adesso mi sentivo simile a lui». Nella terza tappa, ore 16 piazza San Silvestro si metteranno in scena Le parole perse: «Poi venne il peggio: ci mancarono i discorsi, le spiegazioni, ci manca terribilmente, più di ogni altra cosa, non poter esprimere i sentimenti». Quarta stazione in piazza Arco di Riccardo, ore 16.15, con Nuvole di libri:«I libri! Guardai intorno a me, fissai il cielo sopra la mia testa: pagine intere, ritagli, frammenti danzavano qua e là, prendendo l’aria, risalendo col vento, lasciandosi cullare, per ricadere e di colpo tornar su». La quinta rappresentazione teatrale, Città Vecchia, Erdisu 62, ore 16.30, avrà per tema Pagine come farfalle: «Le parole non nascono per favorire, per acchiappare, per assecondare. Non si possono stipare nella gabbia di un unico sentire. Leggere significa dire le parole per il tempo che la parola dura nel cuore». La sesta tappa, sempre in Città Vecchia, Erdisu 62, ore 16.45 con Silenzio e voce: «Mi fermo, mi siedo, fisso l’infinito. Niente si muove, né di qua né di là, né dentro di me. Ed è in quei momenti che me ne accorgo: niente vive così intensamente come il tempo fermo; perché non sono le persone che corrono, oggetti che cadono, le voci che risuonano, a fare la vita; quelle sono imitazioni esatte della vita. Ma la vita è una e immobile, uguale a se stessa da sempre».
Alle 17 il grande evento finale in piazza Unità con tutti gli allievi e gli ospiti della case di riposo, coreografia a cura di Maria Ellero e Erica Pacchioni, musiche originali di Claudio Parrino : «Guardai intorno a me, fissai il cielo sopra la mia testa: pagine intere, ritagli, frammenti danzavano qua e là, prendendo l’aria, risalendo col vento, lasciandosi cullare, per ricadere e di colpo tornare su».
E ritorna dopo il successo dello scorso anno il progetto radiofonico il progetto radiofonico "Solo voce", in collaborazione con la sede regionale Rai del Friuli Venezia Giulia, curato da Elisabetta Gustini con tre racconti a più voci, regia radiofonica di Mario Mirasola. Un percorso nato dalle esperienze, emozioni e sentimenti dei bambini e degli anziani scaturite nel corso dei laboratori teatrali del progetto Esistenze 2014. L'ultima delle tre puntate andrà in onda mercoledì 21 maggio alle 13.30 sulle frequenze di Radio1 della Rai del Friuli Venezia Giulia. Più di 60 tra bambini e anziani coinvolti nelle registrazioni in un intreccio di confronti tra generazioni che ha restituito il senso della comunicazione tra le diverse età della vita. «Siamo entrati, in punta di piedi, nelle classi che hanno partecipato al laboratorio "Solo voce" – spiega Elisabetta Gustini - e abbiamo registrato le voci dei bambini e dei ragazzi che, insieme agli anziani, stavano indagando sui problemi, sulle prospettive e sulle potenzialità della comunicazione infra-generazionale».
Quest'anno il progetto Esistenze è approdato anche a Gorizia con uno spettacolo teatrale ispirato questa volta al libro di Massimo Cirri “Il tempo senza lavoro” e che è stato presentato il 10 maggio al Kulturni Center Bratu? di Gorizia. In scena un gruppo di 8 giovanissimi studenti - Matteo Corolli, Gianmarco Grasso, Martina Mosetti, Matilde Ossola, Chiara e Giada Russian, Emil Sabadini, Nina Tomasi - e un’anziana, la signora Nives Iuch. Lo spettacolo è stato realizzato a conclusione del laboratorio teatrale condotto da Roberto Piaggio con Alice Melloni presso la Casa di Riposo Comunale "A. Culot", e sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e dalla Regione Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con il Kulturni Center Bratu?. «La lettura del libro “Il tempo senza lavoro” di Massimo Cirri, uno degli autori della trasmissione radiofonica Caterpillar della RAI”, – spiega Roberto Piaggio - è stato il punto di partenza per proporre una riflessione sul tempo "non occupato", sul “non far niente”, a chi sa bene quant’è importante avere un lavoro e ne ha fatto esperienza, e a chi un lavoro vorrà e dovrà cercarlo fra qualche anno».