Sacro e profano nell'ultimo concerto della sinfonica al Verdi con un'opera inedita di Marco Taralli e i celebri Carmina Burana di Orff. L'intervista con il Maestro Taralli
Sacro e profano insieme sul palcoscenico del Verdi in occasione dell'ultimo, attesissimo appuntamento con la stagione sinfonica a Trieste.
Si alterneranno, diretti dal Maestro Alessandro Cadario, la nuova e inedita opera del compositore Marco Taralli, “Psalmus pro humana regeneratione”, una cantata sacra per soli, coro e orchestra , e i celebri Carmina Burana di Carl Orff.
Proprio il teatro Verdi ha commissionato al Maestro Taralli l'imponente composizione sacra per offrire al pubblico triestino un momento di contrapposizione ai Carmina Burana.
Abbiamo incontrato il Maestro Taralli, compositore e docente al Conservatorio di Bologna, durante le prove del concerto al Verdi di Trieste.
La professione di compositore di teatro oggi in Italia è quasi utopica. Perchè ha scelto una strada così difficile? Qual'è il segreto del suo successo?
Ho studiato pianoforte e iniziato gli studi come direttore d'orchestra. Non ho scelto di fare il compositore, è stata la musica a scegliere me. Sentivo e sento la necessità di scrivere e di comunicare attraverso la musica.
Cosa direbbe ad un giovane che volesse seguire il suo esempio?
La carriera di compositore è quasi impossibile ma il consiglio che posso dare è quello di essere leale e sincero. Non bisogna vergognarsi di esporsi “nudi” davanti alla folla, bisogna cercare di non svendersi e seguire le mode del momento, a meno che non siano le proprie. E' importante mantenere la purezza d'animo. Ecco, questa è forse la cosa più difficile, io stesso ho scritto il mio primo “vero” pezzo a trent'anni.
E' vero che la composizione contemporanea in Italia è meno apprezzata rispetto all'estero?
E' vero che all'estero si è più aperti al moderno, ma ritengo che la composizione contemporanea in Italia sia più eseguita e apprezzata oggi rispetto al passato, questo specialmente a Trieste dove il pubblico è molto preparato e risponde sempre con entusiasmo. Quello che verrà eseguito venerdì è il mio quarto lavoro commissionato dal teatro Verdi, e non posso che essere felice di presentarlo qui. Trieste è una città culturalmente viva con un pubblico pulsante, una realtà teatrale di alto livello con orchestra e coro molto preparati.
Parliamo allora della sua nuova composizione sacra, inedita, che verrà presentata al pubblico triestino per la prima volta proprio venerdì 20 ottobre. Certo è una bella responsabilità abbinarla ai Carmina Burana anche se sono certa che, scegliendo lei, il teatro Verdi aveva le idee ben chiare in proposito.
Certo, è una grande responsabilità...“Psalmus pro humana regeneratione” è una cantata sacra che mi è stata commissionata dal teatro Verdi proprio quale opera da contrapporre ai Carmina Burana, che è invece una composizione profana e goliardica. A scrivere il testo per cui ho composto la musica è stato l'americano Don Thompson, un uomo di profonda fede, che ha utilizzato l'inglese delle sacre scritture per rappresentare il percorso di un uomo che deve rimettersi in gioco, ritrovare se stesso per ricostruire la sua spiritualità. Il contrasto con i Carmina Burana è totale: essi infatti hanno una sincerità solo umana, e pertanto solo da qui è possibile ricostruire la spiritualità.
Che cosa prova alla prima assoluta di una sua rappresentazione? E' emozionato?
Ogni volta che c'è una prima rappresentazione c'è una bellissima tensione. Provo una grande ammirazione a vedere gli interpreti, i cantanti, i musicisti, il direttore, concentrati a studiare e rappresentare qualcosa che io ho scritto. Provo gioia quando sento un applauso sincero.
Le è mai capitato di essere fischiato? Voglio dire, è capitato ai più grandi compositori della stora della musica al termine delle prime, anche delle opere oggi più celebri.
Finora il pubblico ha sempre risposto calorosamente, non ho mai provato i fischi.
Come definirebbe la sua musica?
E' difficile definire la mia musica a parole, quello che posso dire è che la paragono alla cucina italiana, in cui i sapori sono netti e definiti, questi sono anche gli ingredienti della mia musica. Il messaggio è sempre chiaro, mai ambiguo. La mia è inoltre musica comunicativa, posso farti stare bene o male ma non ti lascio indifferente.
Le è mai capitato di rinnegare una sua opera? Anche questa è una caratteristica di molti compositori del passato.
Certo questo capita, ma non rinnego mai le mie composizioni, semmai le cambio per renderle più sincere. Questo mi capita anche all'ultimo momento, in fase di prove.
Qual'è il suo compositore preferito?
Le direi Mozart, ma Mozart non può essere considerato un mero compositore. Mozart non è umano...Amo molto la musica lirica italiana, il teatro di inizi Novecento.
Perchè non dirige le sue opere?
Quando ho deciso che avrei fatto solo il compositore ho deciso anche che non avrei mai diretto i miei lavori. Deve essere un altro artista, un altro interprete a farlo. Anche in questa occasione sarà una grande soddisfazione affidare la mia composizione al Maestro Alessandro Cadario.
Lei ha composto lavori sinfonici, opere, e teatro musicale, perfino una colonna sonora. Cosa le piacerebbe fare ancora che non ha già fatto? Qual'è il suo sogno nel cassetto?
Mi piacerebbe molto scrivere un balletto mio.