rotate-mobile
Green

Ambiente, Scoccimarro: «Cave dismesse, verso la riqualificazione»

Nell'elenco, anche le cave di pietra ornamentale a Zernovisce e a Debela Grisa a Monrupino

Una ventina in Fvg le aree di cava dismesse dove potrà essere intrapresa la riqualificazione: è stato pubblicato sul sito della Regione il decreto dirigenziale del Servizio geologico che individua l'elenco, aggiornato al 2018. A darne notizia l'assessore all'Ambiente, Fabio Scoccimarro, che spiega come tali aree sono definite dalla norma come porzioni del territorio oggetto da una pregressa attività estrattiva e successivamente abbandonate. Di conseguenza si presentano attualmente come aree degradate. Nell'elenco, anche le cave di pietra ornamentale a Zernovisce e a Debela Grisa a Monrupino.

Tra gli obiettivi della legge vi è proprio quello di favorire il loro riassetto ambientale, autorizzando la realizzazione di progetti che prevedano l'estrazione di ulteriore materia prima, oppure un completo recupero. Queste situazioni risalgono ad un passato quando, in assenza di un'adeguata normativa di settore, non era ancora stato istituito l'obbligo, per il soggetto autorizzato, di prestare un'idonea garanzia finanziaria finalizzata ad assicurare il costo degli interventi di riassetto ambientale. In pratica, la cessazione di alcune attività estrattive ha comportato l'abbandono dell'area di cava senza che venisse realizzato un riassetto ambientale.

Non solo. Oltre a deturpare il paesaggio, le aree di cava dismesse possono costituire anche situazioni di pericolo e di danno, nonché di alterazione dell'equilibrio ambientale. Pertanto la legge 12, attraverso il coinvolgimento degli operatori del settore, intende porre un graduale rimedio ad una criticità che altrimenti sarebbe affrontabile solo con un considerevole impiego di risorse pubbliche. Alla luce di quanto previsto dalla vigente normativa, il Servizio geologico della direzione centrale Ambiente ha provveduto ad una ricognizione documentale di tutte le passate attività estrattive autorizzate dall'Amministrazione regionale, escludendo dal novero quelle dotate di garanzia finanziaria o di un certificato di regolare esecuzione delle opere di riassetto ambientale.

Le fasi istruttorie hanno consentito di ridurre l'attenzione su una ventina di siti, oggetto di puntuali sopralluoghi per verificare la reale mancata esecuzione degli interventi di riassetto ambientale. In ottemperanza ad uno dei principi ispiratori della normativa vigente, ovvero quello di limitare il consumo del suolo, è stato quindi deciso di consentire la ripresa dell'attività estrattiva, a condizione che tutta l'area sia oggetto, alla fine dell'attività, di una sistemazione in armonia con le caratteristiche del territorio circostante. L'elenco è pubblicato nella pagina web istituzionale dedicata alle Attività estrattive, sezione Normativa ed è in fase di pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ambiente, Scoccimarro: «Cave dismesse, verso la riqualificazione»

TriestePrima è in caricamento