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Il calabrone orientale stabile a Trieste, in città la popolazione più settentrionale al mondo

La notizia è stata diramata dal Comune di Trieste oggi pomeriggio. Con ogni probabilità sono arrivati in ragione dei traffici portuali e, complice l'assenza di gelate lo scorso inverno, i primi esemplari sono sopravvissuti. Il 16 ottobre un incontro pubblico per saperne di più

Il calabrone orientale vive stabilmente a Trieste dall'agosto del 2018 e i suoi esemplari fanno parte della popolazione più a nord al mondo. A sostenerlo è la ricerca condotta dai naturalisti Nicola Bressi, Andrea Colla e Gianfranco Tomasin, che verrà resa nota al pubblico mercoledì 16 ottobre alle 18 presso il Museo Civico di Storia Naturale e di cui lo stesso si accinge a pubblicare sulla sua Collana degli Atti. 

Ad essere precisi la città ospita ben quattro popolazioni, approdate "con ogni probabilità con i traffici portuali". Proprio l'anno scorso, alcuni cittadini avevano segnalato al Museo i primi avvistamenti. "Si presumeva si trattasse di individui isolati" giunti qui dopo un lungo viaggio all'interno di qualche container contenente merci provenienti da zone più calde del mondo. 

"A causa della crisi climatica provocata dall'uomo - si legge nella nota diramata dal Comune - il centro di Trieste non ha mai registrato gelate". Proprio il freddo negli anni scorsi aveva impedito al calabrone orientale di sopravvivere così a nord del Mediterraneo. "Il calabrone orientale era già stato avvistato tra le merci a Genova, Londra e Bruxelles, ma non era mai riuscito a superare l’inverno". 

E' velenoso?

La domanda che si porranno in tanti è quella relativa alla sua possibile pericolosità. "Ogni specie animale si comporta diversamente quando viene importata in ambienti differenti" si afferma sempre nella nota. "Impossibile garantire come si evolverà la sua biologia con il clima, la vegetazione e le ore di luce di Trieste. Forse un inverno molto freddo potrebbe estinguerlo. Ma vivendo in città potrebbe pure facilmente svernare in tiepidi controsoffitti e cantine". 

Per quanto riguarda invece il veleno, esso "non differisce molto da quello di vespe e calabroni europei". Il dolore provocato dalle sue punture "sembra leggermente più doloroso per la maggiore percentuale di acetilcolina". L'avviso che ne consegue è abbastanza ovvio: quest'insetto è placido ma diventa aggressivo in prossimità dei favi. "Meglio non stuzzicare" consiglia il Comune.  

Il problema: il calabrone mangia le api

L'allarme potrebbe riguardare la convivenza con le api - e di conseguenza l'uomo stesso. "Qualche problema potranno averlo gli apicoltori - sostiene la comunicazione - visto che il calabrone orientale mangia sia scarafaggi che api da miele". Le api infatti vengono cacciate "saccheggiando talvolta intere arnie.  Anche se non vengono divorate, tendono a non uscire più per paura, annullando la produzione".

Infine, il Comune invita i triestini a "rispettare la già minacciata biodiversità e di segnalare eventuali avvistamenti, inviando foto all'indirizzo di posta: sportellonatura@comune.trieste.it o portando eventuali animali morti al Museo Civico di Storia Naturale di via Tominz 4". Per chi volesse saperne di più sul calabrone orientale "opportune informazioni verranno date - e raccolte - già nello stand del Museo presente nei prossimi giorni in piazza Unità nell'ambito della rassegna scientifica Next". 

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