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La Divaccia-Capodistria, un progetto da 1 miliardo e 200 milioni di euro

Le immagini del rendering sono state diffuse dal Ministero per le Infrastrutture della Slovenia. I cantieri sono già avviati e tecnicamente si prepara il raddoppio della linea che dal Carso porta verso la città di San Nazario. Nell'articolo tutte le informazioni

Al momento gli attori in campo sono delle ruspe, alcuni cantieri e dei rendering ministeriali. Il raddoppio dei 27 chilometri di linea ferroviaria che dalla località di Divača viaggeranno in direzione Capodistria ha ottenuto il via libera per la costruzione di un collegamento tra i due snodi che prevede, tra le altre opere, la realizzazione di alcune gallerie nella parte alta della val Rosandra, la Glinscica slovena. 

Il 30 maggio scorso infatti è stato proprio il Ministrstvo za infrastrukturo (il Ministero per le Infrastrutture della Slovenia) a pubblicare sulla propria pagina ufficiale, le immagini del rendering, vale a dire il progetto per come si presenterà agli occhi della gente. Dalle stesse immagini si possono vedere i lavori relativi alle gallerie e all'attraversamento dell'alta val Rosandra, grazie anche ad un viadotto. A dire il vero, osservando bene il rendering non si trovano elementi precisi di identificazione progettuale, né tantomeno una puntuale ricostruzione di ciò che sarà. 

rendering val Rosandra 2-2

ll Ministero di Lubiana aveva già incassato la partecipazione all'opera da parte della Banca Europea per gli investimenti e ha affermato, come da fonti ministeriali, che "la costruzione della nuova e moderna linea a due binari è una priorità estremamente importante". Secondo il governo sloveno infatti, l'ulteriore utilizzo della vecchia linea ferroviaria potrebbe comportare un rischio ambientale a lungo termine per la falda acquifera del fiume Risano e non solo. Naturalmente, il rispetto ambientale è solamente una parte di un obiettivo economico ben più grande. 

Da fonti ufficiali della EIB il progetto risulta essere approvato il 14 maggio scorso. Il giorno dopo la ministra Alenka Bratušek nel programma televisivo 24ur Zvečer non aveva perso tempo a comunicare al paese la decisione europea. Secondo la EIB "il progetto è parte dell'asse Baltico-Adriatico e dei corridoi Trans European Transport Network relativi al Mediterraneo". L'obiettivo è contribuire ad aumentare l'intermodale su rotaia. "In virtù del terreno montagnoso - si legge nei documenti europei - il progetto verrà realizzato per la maggior parte in galleria (per un tratto di 20,3 chilometri)" a cui potrebbe aggiungersi un viadotto di circa poco più di un chilometro. "Per le tre gallerie più lunghe - 6,7, 6 e 3,8 chilometri - il progettista intende costruire delle gallerie parallele di servizio per i lavori e scopi di evacuazione". 

La persona a capo dei TET-N mediterranei è Iveta Radičová, ex primo ministro della Slovacchia, mentre per quanto riguarda l'asse Baltico-Adriatico è Anne Elisabet Jensen, liberal democratica danese ed è stata eletta a coordinatrice di questo specifico asse nel settembre dell'anno scorso. Secondo la EIB il costo approssimativo dell'opera di raddoppio della Divaccia-Capodistria sarà di circa 1 miliardo e 200 milioni di euro e la Banca Europea contribuirà alla realizzazione con una cifra di circa 250 milioni. 

Infine, poco più di una settimana fa e più precisamente il 27 maggio il Ministero per le Infrastrutture ha inviato al Ministero per l'Ambiente una missiva con le iniziative da considerare e relativamente a possibili modifiche ed emendamenti sul progetto. Sempre secondo fonti ministeriali, il raddoppio potrebbe consentire l'abbandono del vecchio tracciato, in termini relativamente rapidi. 

Considerando il progetto di raddoppio nella sua globalità e non esclusivamente al territorio della val Rosandra slovena, evidentemente serve soprattutto a Capodistria e al suo porto, con ogni probabilità anche in relazione al crescente sviluppo dello scalo triestino e, in ultima analisi, come risposta slovena agli scenari possibili legati al coinvolgimento giuliano nella via della Seta. Questo si spiegherebbe anche dal fatto che la presentazione del progetto alla Banca Europea di Investimento è del 2017. Per Capodistria si trattava di non "perdere il treno".  

Dietro ad un progettista, si potrebbe dire, si cela sempre un committente. Dietro alle buone intenzioni di sviluppo e modernità di cui la politica si fa paladina, c'è sempre un interesse economico dato dalla competizione. Si chiama mercato, e non c'è veramente modo di tornare indietro.  

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