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Giovedì, 28 Marzo 2024
Lavoro

Inps: come versare i contributi da lavoratore autonomo

Iniziare una nuova attività lavorativa vuol dire anche rispettare determinate incombenze burocratiche, tra cui il versamento dei contributi obbligatoria da versare all’Inps. Ecco tutte le informazioni utili

Iniziare qualsiasi attività lavorativa oltre che essere una nuova esperienza, è anche un'attività che comporta determinate incombenze burocratiche. Tra queste il versamento dei contributi che servono ad ottenere la pensione al termine della vita professionale e che devono essere obbligatoriamente versati all’Inps. Le modalità di versamento dei contributi cambiano a seconda della posizione lavorativa, se si è lavoratori dipendenti, autonomi o parasubordinati.

Il lavoro autonomo

I contributi previdenziali da lavoro autonomo derivano dallo svolgimento dell’attività di impresa (individuale, familiare o società) disciplinata dagli articoli n. 2082 e seguenti del codice civile. L’art. 2082 del codice civile definisce l’imprenditore colui che esercita professionalmente una attività economica organizzata al fine della produzione o scambio di beni o servizi. La professionalità dell’esercizio di attività d’impresa implica l’abitualità ma non necessariamente la continuità (è imprenditore anche chi esercita attività stagionale), né la esclusività o prevalenza (è imprenditore anche l’impiegato che nelle ore libere gestisce un bar). Tuttavia, perché l’esercizio d’impresa determini il sorgere dell’obbligo contributivo, oltre che abituale, l’attività deve essere prevalente e cioè svolta, in termini di tempo impiegato e reddito percepito, in modo prevalente rispetto all’eventuale contemporaneo svolgimento di altra attività.

Contributi previdenziali

Chi svolge un’attività autonoma ha l’obbligo di versare i contributi previdenziali:

  • all’Inps, se si è artigiano, commerciante, o professionista senza cassa di previdenza;

  • o alla Cassa professionale di appartenenza, se si è un professionista iscritto ad un albo o ordine professionale.

L’importo dei contributi da versare dipende dal tipo di attività che si svolge. Le attività imprenditoriali, infatti, possono essere raggruppate in 3 grandi categorie:

  • Artigiani e Commercianti;

  • Lavoratori autonomi “senza cassa“;

  • Professionisti con cassa autonoma.

Artigiani e commercianti

Per ciascuno di queste categorie esistono:

  • Contributi fissi: in questo caso, l'Inps  stabilisce annualmente l’importo e lo comunica tramite una circolare. In genere, gli artigiani versano circa 3.800 euro di contributi, mentre i commercianti circa. 3.850 euro. Il pagamento dei contributi fissi deve essere effettuato in 4 rate entro: il 16 maggio; il 20 agosto; il 16 novembre e il 16 febbraio (dell’anno successivo). I contributi fissi sono uguali per tutti ma se il reddito reddito è superiore a 15.548 euro si aggiungono i contributi a percentuale.

  • Contributi a percentuale: sono dovuti ulteriori contributi previdenziali, calcolati in percentuale, se il reddito derivante dalla attività imprenditoriale supera determinate soglie. I contributi sono dovuti entro un reddito massimo imponibile. È inoltre dovuto il contributo per maternità, stabilito in misura fissa in 0,62 euro mensili. Per artigiani e commercianti iscritti per la prima volta nella gestione dal 1° gennaio 1996 (soggetti privi di anzianità contributiva) vige un diverso limite massimo di reddito. Si rinvia alla circolare INPS 17 febbraio 2020, n 28 per la determinazione dell'importo del contributo minimo obbligatorio e delle quote applicabili per il calcolo della contribuzione eccedente il minimale, per l'anno 2020, sia per i titolari che per i collaboratori, nonché per le eventuali agevolazioni contributive usufruibili in presenza di determinati requisiti.

I massimali contributivi

I contributi previdenziali Inps dovuti da commercianti e artigiani a percentuale hanno un tetto massimo sul quale si applicano, e si tratta del cosiddetto massimale contributivo. Il limite è fissato alla soglia di 76.872 euro. Se la quota del reddito supera questa cifra si è esenti da contribuzione Inps.

Termini di versamento dei contributi a percentuale

Qui a differenza di quelli fissi, occorre osservare i termini di due sole rate: 30 giugno e 30 novembre.

Lavoratori autonomi senza cassa previdenziale

I lavoratori autonomi dotati di partita Iva che iniziano un’attività e sono sprovvisti di autonoma Cassa Previdenziale sono tenuti ad iscriversi alla Gestione Separata Inps e al pagamento dei relativi contributi. In questa categoria rientrano i freelance, i consulenti d’impresa, i consulenti informatici, i fisioterapisti, gli amministratori di condominio e tutti i professionisti senza Albo. L’aliquota dovuta dagli iscritti alla Gestione Separata Inps è del 25,72% da applicare al reddito lordo effettivo che deriva dalla dichiarazione dei redditi. In questo caso, non ci sono contributi fissi, ma la tassazione è effettuata in percentuale al reddito. Infine, se il reddito non è pari o superiore a 15.548 euro l’Inps non accredita un anno di contributi validi ai fini pensionistici: 100.324 euro è Il tetto oltre al quale non si applicano i contributi.

Lavoratori autonomi con cassa previdenziale

I professionisti come avvocati, commercialisti, geologi, medici, psicologi, geometri, farmacisti, architetti e così via non versano i contributi Inps. Ciascuna di queste categorie professionali aderisce ad una propria cassa di previdenza con regole ben precise e diverse tra loro.

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