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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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A TRIESTE LE PRIME LAUREATE IN LOGOPEDIA

15 le studentesse che hanno concluso il corso di laurea durato 3 anni

Si è svolta oggi nell’Aula magna dell’edificio centrale dell’università di Trieste la sessione di laurea del primo corso di laurea in logopedia, un percorso a numero chiuso delle Università di Trieste e Udine, incardinato nel Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute e in collaborazione con ASUITs.

“Il corso di laurea in Logopedia nasce nell’anno accademico 2016/2017 ed è offerto in modalità interateneo tra Università di Trieste e Università di Udine con sede fissa presso l'Ateneo di Trieste – spiega Riccardo Riccardi, Vicepresidente e assessore alla salute, politiche sociali e disabilità della regione Friuli Venezia Giulia -.  Grazie a queste figure professionali specializzate nella prevenzione e nella riabilitazione dei disturbi della comunicazione, del linguaggio orale e scritto, della voce e della deglutizione in età evolutiva, adulta e geriatrica, possiamo garantire assistenza adeguata con una formazione specifica attenta ai bisogni, che copre le aree delle Scienze biomediche, delle Scienze psicosociali, delle Scienze logopediche e delle Scienze cliniche/chirurgiche e giuridico/amministrative.

Quindici le laureate, tutte ragazze provenienti dal nostro territorio regionale e dal Veneto. Tra loro anche Chiara Mincarelli, e Chiara Suban, due neolaureate, che hanno risposto volentieri ad alcune nostre domande.

“Nel corso del primo anno si svolgono materie di carattere più generale come anatomia e fisiologia, a partire dal secondo anno invece si comincia ad entrare più nello specifico, con materie che riguardano più da vicino la nostra professione”, spiega Chiara S., che poi aggiunge “il corso prevede anche molte ore sul campo: ogni anno si devono svolgere dalle 500 alle 550 ore di tirocinio, che sono ad ogni modo fondamentali perché solo osservando sul campo è possibile comprendere al meglio. Con le mie colleghe abbiamo affrontato tirocini in molti ambiti, in diverse zone della regione, entrando in contatto con realtà anche molto diverse da quella cittadina”.

Parte fondamentale del corso di laurea sono proprio le valutazioni pratiche e tirocini formativi svolti su tutto il territorio regionale. “Ho avuto la possibilità di confrontarmi con persone di età diverse, riscontrando che l’approccio terapeutico è completamente diverso”, racconta Chiara M. “con i bambini bisogna adottare il gioco e sfruttare le loro passioni per raggiungere gli obiettivi terapeutici ed è fondamentale la collaborazione con i genitori e/o con le maestre, in quanto la riabilitazione deve essere portata anche nella quotidianità. Mentre, per ciò che riguarda gli adulti, è importante creare una buona relazione e un’alleanza terapeutica con il paziente per collaborare al meglio, cercando la “compliance” della famiglia”. Dello stesso avviso anche Chiara S.: “A seconda dell’età della persona che hai davanti cambia completamente l’approccio: nel momento in cui ti relazioni con un adulto ti confronti con una persona, che ha già un vissuto alle spalle e un determinato tipo di esperienza pregressa, aspetti, che vanno tenuti in considerazione per cui le sedute vanno impostate di conseguenza. Con i bambini il contesto in cui si cerca di lavorare è di tipo ludico ed ecologico, in modo che la riabilitazione non venga vista come un’imposizione e non si generi una sensazione negativa che possa comportare un rifiuto da parte del bambino”.

Tante le ore passate dalle studentesse sul campo, affrontando le diverse patologie dei pazienti in prima persona. Alcuni di questi momenti sono stati particolarmente intensi, come ci rivela Chiara S.: “Tra le esperienze più intense sicuramente il tirocinio, che ho svolto quest’estate a Udine. Mentre stavo svolgendo alcuni esercizi con un paziente, mi ha detto che era veramente felice di avermi conosciuta e di aver percorso una parte della sua riabilitazione con me e che, se fosse riuscito a farsi dimettere per tempo, avrebbe avuto piacere di venire ad assistere alla mia laurea”.

Alle neolaureate ora la scelta se proseguire con gli studi o affacciarsi al mondo del lavoro. Molti gli sbocchi professionali, i laureati in logopedia possono svolgere attività professionale in strutture e servizi sanitari pubblici o privati, in regime di dipendenza o libero-professionale. Chiara M. ha deciso di cercare lavoro, anche se non esclude di prendere in considerazione la possibilità di frequentare un master specialistico. Di diverso avviso invece Chiara S.: “Ho intenzione di proseguire gli studi, sono sicura che un master in questa professione possa essere molto utile, sebbene ci siano anche numerosi corsi estranei all’ambiente universitario, che ti permettono di ottenere delle buone certificazioni”.

Le due studentesse infine concordano sul fatto che il corso di laurea abbia esaudito le loro aspettative iniziali. “Lo consiglierei a tutti, premettendo però che è un corso impegnativo”, sostiene Chiara M., mentre Chiara S. aggiunge “Il corso di laurea non è semplice, in molti momenti ti trovi a dover svolgere il tirocinio, seguire i corsi e studiare per gli esami in contemporanea. Lo consiglierei ad altri, ma che siano consapevoli, perché serve molta motivazione e passione per arrivare alla fine”.

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