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Accoglienza e umanizzazione delle cure in Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza

Nelle ultime settimane “Accoglienza ed umanizzazione delle cure” in Pronto Soccorso sono termini spesso impiegati dalla stampa locale, sui social e sui siti di alcuni addetti e non ai lavori, spesso in modo poco professionale, senza considerare il percorso complessivo che si sta facendo all’interno dell’Unità Operativa di Pronto Soccorso-Medicina d’Urgenza .

Come più volte descritto nei mesi scorsi, dopo un’analisi condivisa tra Direttore di Struttura, Direzione Sanitaria e Collegio di direzione, a fronte di limiti strutturali inequivocabili, macroscopicamente evidenti da anni anche ai non addetti ai lavori, è stato definito un percorso di revisione strutturale e funzionale con l’unico fine di assicurare la miglior cura possibile al paziente che si rivolge al Pronto Soccorso.  I difetti macroscopici antichi, sbandierati ma mai affrontati dai responsabili precedenti erano:

  1. Aree di assistenza sanitaria insufficienti per un afflusso medio di 160-200 accessi al giorno
  2. Percorsi assistenziali interni difficoltosi (vedi sala gessi, attività ambulatoriali specialistiche insufficienti…)
  3. Assoluta disattenzione verso la privacy dei pazienti (sottoposti ad anamnesi, visite e procedure medico infermieristiche in stretta vicinanza con un corridoio di passaggio e stazionamento, costantemente occupato da 2-3 accompagnatori per ogni singolo paziente)
  4. Assenza di una sala d’attesa per parenti-accompagnatori

Per Umanizzare le cure non è sufficiente togliere “le catene”; il percorso intrapreso tiene conto dei bisogni sanitari, clinici, sociali, comunicativi e informativi dell’utente del Pronto Soccorso, cercando come fine ultimo di fornire la miglior cura possibile rassicurando il paziente, migliorandone il comfort, riducendo la conflittualità, accompagnando ciascuno nel singolo percorso di cura.

Siamo consapevoli che in questa fase di cambiamento ci possano essere delle “cadute”, chiediamo soltanto di poter lavorare con serenità; il miglioramento della comunicazione tra la sala d’attesa e l’area sanitaria, l’informazione appropriata per ogni utente/accompagnatore, la riduzione dei tempi di attesa anche per bisogni sanitari non urgenti (codici verdi), la gestione precoce del dolore (protocollo specifico) sono solo alcuni degli aspetti che intendiamo perseguire.

In una fase così complessa di riorganizzazione sanitaria, l’equipe di Pronto Soccorso Medicina d’Urgenza ha condiviso e sposato questo percorso di miglioramento, il quale, con la giusta attenzione e disponibilità alla discussione/revisione, va unicamente nella direzione degli interessi del cittadino.

È destabilizzante che tutto ciò venga strumentalizzato per fini a noi sconosciuti; è di facile comprensione come l’operato dei professionisti sanitari non possa che migliorare se non intralciato, interrotto dalle numerose persone che si accalcano nel poco spazio disponibile, né assillati dalle continue richieste dei medesimi.

Aver ampliato, nei limiti del possibile, le aree di assistenza sanitaria, migliorato i percorsi, creato una sala d’attesa per gli accompagnatori presieduto da un operatore di Asuits e contenuto l’afflusso improprio di accompagnatori, parenti e familiari è garanzia di Cura migliore per il paziente.

Il Commissario Straordinario di Asuits   Antonio Poggiana

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