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FIRMATA A TRIESTE LA CARTA DI TRIESTE SULLA NON CONTENZIONE

Ieri 30 marzo la firma ufficiale della Carta Di Trieste Sulla Non Contenzione

Il Direttore Generale di ASUITS, Nicola Delli Quadri, ha firmato ieri, nell’aula magna Rita Levi Montalcini, la Carta di Trieste Sulla Non Contenzione. L’evento si è tenuto nell’ambito della Conferenza sul “Nursing Abilitante”, tenutasi dal 23 al 31 marzo 2017 a Trieste. Durante la firma erano presenti i Promotori di Giustizia, Consulenti e il perito, tutti facenti parte del Pubblico Ministero dello Stato di Rio de Janeiro, assieme ai partecipanti e sottoscritti del Gruppo Triplice Alleanza. I soggetti hanno così espresso e sottoscritto la necessità di un’azione forte e coordinata per il superamento della contenzione e la sua messa al bando dalle pratiche sanitarie. Di seguito i punti della dichiarazione:

 1. L’invecchiamento della popolazione esige misure urgenti allo scopo di sensibilizzare i professionisti del settore sociosanitario, sulla necessità di promuovere le competenze delle equipe multidisciplinari, in maniera diffusa e gratuita, affinché nella loro azione quotidiana abbiano sempre in mente la garanzia dei diritti della popolazione anziana, soprattutto di quella che presenta maggiore vulnerabilità.

2. Per raggiungere tale obiettivo, è necessario che vi sia un’assunzione di impegni da parte delle equipe nonché la diffusione della cultura della Non Contenzione, dovendo la pratica essere coerente con i principi costituzionali che garantiscono la libertà della persona;

3. L’assistenza sociosanitaria costituisce un diritto del cittadino, e il rapporto fra l’equipe e la persona deve basarsi su una relazione orizzontale di rispetto, cittadinanza e di garanzia dei diritti;

4. Deve essere eliminata dalle pratiche sociosanitarie la contenzione, sia essa fisica, farmacologica o ambientale, in quanto incompatibile con la garanzia costituzionale della libertà, così come con il principio di dignità della persona;

5. Si riconosce la necessità di un lavoro permanente di sensibilizzazione nei confronti della comunità per il cambiamento culturale e passare da un paradigma paternalista basato sulla soddisfazione del bisogno e sulla assistenza come carità, verso un paradigma basato sulla garanzia dei diritti;

 6. Dobbiamo intendere la libertà al di là di una dimensione puramente filosofica, etica e di diritto, e considerarla anche quale elemento imprescindibile e fondante della salute fisica del paziente, oltre che quella psicologica e sociale.

7.  Le persone hanno il diritto/dovere di partecipare individualmente e collettivamente ai percorsi di cura e assistenza.

8.  I Governi sono responsabili del livello e del rispetto dei diritti nei processi di cura dei propri cittadini.

 

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