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SOStegno Donna a fianco della Polizia di Stato

Nella giornata del giuramento degli allievi di Polizia è stato dato ampio spazio al tema del contrasto della violenza di genere.

Ieri mattina, a margine del giuramento dei 405 allievi agenti di polizia a Trieste è stata presentata l'iniziativa nazionale "... questo non è amore...", progetto ideato dalla Polizia di Stati con lo scopo diprevenire e contrastare il fenomeno della violenza di genere.

Presente anche una rappresentanza di ASUITs - SOStegno Donna, invitata dalla Polizia di Stato dati i proficui rapporti di rete esistenti e finalizzati a  ad aiutare le donne vittime di violenza, con l'obiettivo di debellare il fenomeno della violenza sulle donne. 

Nel suo discorso, il capo della Polizia Franco Gabrielli ha avuto modo di definire  "fondamentale" il ruolo svolto da ASUITs con il progetto SOStegno Donna a fianco alla Polizia di Stato.

Anche nel pomeriggio, il personale specializzato che opera nel Pronto Soccorso di ASUITs era presente assieme al personale di Polizia e ai rappresentanti delle principali Associazioni territoriali che si occupano di violenza di genere,  per rispondere alle domande del pubblico e  offrire ascolto anche alle singole donne.

SOStegno Donna è caratterizzato dalla centralità dell’azione del Pronto Soccorso, dalla prima accoglienza in triage fino all’effettiva presa in carico della donna dal medico di riferimento, e dall’integrazione delle diverse componenti in gioco, quelle sanitarie degli operatori ospedalieri, quelle psico-sociali delle figure specialistiche introdotte ad hoc, quelle proprie delle reti territoriali coinvolte, mantenendo sempre un approccio gender-oriented: la donna viene posta al centro del processo decisionale, rispettandone tempi e scelte.

Il personale infermieristico del triage rappresenta il primo contatto, e talvolta l’unico, che la donna ha con la struttura di Pronto Soccorso. Svolge quindi una funzione molto importante perché la sua parola e il suo atteggiamento possono consentire alla donna di affidarsi con fiducia all'istituzione a cui si è rivolta. Deve essere in grado di riconoscere i casi di violenza fisica/maltrattamento, soprattutto laddove la donna non dichiara l’avvenuta aggressione. Non deve indagare su che cosa è successo, non deve fare nessuna forzatura ma solo accogliere e indirizzare la donna in tutti i casi di violenza, siano essi conclamati, accertati o sospetti.

Il gruppo di lavoro, che collabora costantemente in un’ottica di miglioramento continuo del progetto stesso, è formato dai Medici di Direzione, una psicologa di direzione, due psicologhe e due assistenti sociali esperte, due referenti medici in PS ed un referente infermieristico in PS.

Il modello di intervento è basato sulla reperibilità h24, 7 giorni su 7, di psicologhe e assistenti sociali specializzate, che vengono attivate dal personale medico-infermieristico ogni volta che entra in contatto con una donna che dichiara di essere vittima di violenza. Il servizio viene proposto e non imposto alla donna. Le finalità del colloquio sono volte a individuare, comprendere ed accogliere, i bisogni attuali della persona, e ad orientarla verso un possibile percorso futuro suo e di suoi eventuali figli coinvolti. Il colloquio avviene anche nei casi di sospetta violenza, offrendo alla donna la possibilità di un consulto con la psicologa e/o l’assistente sociale del Servizio. In caso di rifiuto, la donna viene comunque informata dell’operatività di uno sportello dedicato tre giorni per settimana dentro i Pronti Soccorsi e della possibilità di accedervi al bisogno nonché vengono dati materiali informativi sul Centro Antiviolenza Territoriale GOAP, sui servizi esistenti e sul diversi numeri di telefono utilizzabili in caso di necessità (forze dell’ordine, numero nazionale antiviolenza, ecc.). L’intervento delle operatrici si svolge entro il tempo massimo di un’ora dalla chiamata del personale di PS. Acquisite le informazioni anamnestiche necessarie, la donna viene presa in carico e, nel rispetto della privacy, seguita e sostenuta nella sua permanenza in Pronto Soccorso; viene impostato un piano di interventi successivi a carico delle operatrici antiviolenza ospedaliere e coinvolto il centro antiviolenza GOAP e/o altre strutture territoriali (Centro di Salute Mentale, Dipartimento per le dipendenze, Servizio Sociale). Queste fasi rappresentano un passaggio fondamentale per poter raggiungere gradualmente una sufficiente consapevolezza di ciò che si sta vivendo.

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