rotate-mobile
Politica

Accoglienza, la Commissione speciale a bocca asciutta: gli “ospiti” si fanno desiderare

Il presidente Gabrielli ha riferito ai capigruppo del suo incontro con il prefetto Porzio che si è resa disponibile a ospitare i consiglieri e rispondere a «quasi tutte le domande»

Una discussione lunga quasi tre ore in Consiglio comunale aveva portato all’approvazione della Commissione speciale per «fare chiarezza sul sistema dell’accoglienza dei richiedenti asilo a Tri­este». Una decisione che ha visto il favore non solo della maggioranza, ma anche dei consiglieri di opposizione del Movimento 5 stelle, con l’astensione, «perchè si intravede la volontà di strumentalizzare politicamente», del Partito democratico. 

Effettivamente la discussione aveva centrato l’argomento solo per qualche minuto, poi le parole dei consiglieri si sono concentrate su quelle proferite dal presidente Ics Gianfranco Schiavone che ha apostrofato alcuni politici locali come «cabarettisti». Nei pochi sprazzi di serietà, va sottolineata la volontà manifestata dai capigruppo di Lega Nord e Fratelli d’Italia, Paolo Polidori e Claudio Giacomelli, di voler lasciare la presidenza della neonata Commissione a un esponente dell’opposizione per sottolineare la “buona fede” dell’iniziativa, nata dal confronto a mezzo stampa tra Ics e Questura sui ritardi nel rilascio dei permessi di soggiorno.

Tutto però potrebbe essere reso vano, svuotando la Commissione speciale dell’essenza “investigativa”, nel momento in cui dalle indiscrezioni trapelate dalla Conferenza dei capigruppo del Comune, pare che tutti i principali attori dell’accoglienza hanno informalmente negato la loro presenza. Infatti il presidente del Consiglio comunale Marco Gabrielli avrebbe spiegato di aver incontrato il prefetto Anna Paola Porzio che avrebbe negato la sua disponibilità a essere audita, come anche quella delle forze dell’ordine e dell’Ics e Caritas. 

«Il prefetto ha però dato la disponibilità di ospitare in Prefettura la Commissione per un incontro chiarificatore in cui lei e gli altri ospiti risponderanno a tutte le domande dei consiglieri - spiega Gabrielli -, salvo qualche rara eccezione (plausibilimente la richiesta degli indirizzi di residenza non verranno divulgati per motivi di sicurezza, ndr)». 

Insomma la Commissione speciale, che inizialmente doveva durare tre mesi, rinnovabili e quindi essere chiusa presumibilmente a ridosso delle elezioni regionali, rischia di perdere tutta la sua valenza politica e investigativa. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Accoglienza, la Commissione speciale a bocca asciutta: gli “ospiti” si fanno desiderare

TriestePrima è in caricamento