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Albo d'Oro, Serracchiani: «Sulle trincee costruito un sentiero di pace»

La presidente ha sottolineato il significato di questa condivisione transnazionale per una regione che ha vissuto i drammi dei contrasti fra i popoli

Il significato di un'iniziativa che conferisce valore alla memoria dei caduti della prima guerra mondiale e dà l'opportunità alle famiglie di iscrivere nell'Albo d'Oro il nome del proprio congiunto e di conservarne il ricordo attraverso una medaglia commemorativa. Questo lo spirito della manifestazione, organizzata congiuntamente dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dalla Military Historical Center onlus (Mhc), che oggi a Roma ha vissuto un'altra tappa di un percorso iniziato nel 2014 con la lettura dei nomi dei caduti della Grande Guerra a Trieste in piazza dell'Unità d'Italia.

Davanti ai presidenti nazionali delle associazioni d'Arma, unitamente a quelli regionali e provinciali del Friuli Venezia Giulia, la presidente della Regione Debora Serracchiani e il sottosegretario alla difesa Domenico Rossi, hanno conferito le medaglie d'oro alla memoria della Grande Guerra nelle mani dei discendenti di tre caduti. «Perché un caduto non sia solo un numero, ma un nome, un cognome e una storia, che è anche quella d'Italia», ha detto il presidente della Mhc onlus Roberto Machella introducendo l'evento.

«Questa iniziativa - ha affermato la presidente Serracchiani - ha avuto un risvolto umano importante, perché tante famiglie hanno recuperato una parte del loro passato grazie ad un nome e ad una medaglia, che in molti casi è l'unica cosa che rimane del parente caduto nella Grande Guerra». La presidente, dopo aver ringraziato il capo di Stato maggiore dell'esercito Danilo Errico per la partecipazione alla cerimonia, si è soffermata sul profondo significato di pacificazione che ha contraddistinto l'iniziativa dell'Albo d'Oro, che ha visto riconosciuti anche quei caduti italiani che hanno combattuto con la divisa dell'esercito austroungarico.

«Abbiamo costruito un sentiero di pace dove c'erano le trincee», ha affermato la presidente, la quale ha sottolineato il significato di questo percorso di condivisione transnazionale per una regione di confine che ha vissuto sulla propria pelle i drammi dei contrasti e dei conflitti fra i popoli. In tal senso significativa anche la testimonianza del sottosegretario alla difesa Domenico Rossi, il quale ha ricordato di aver avuto nella propria famiglia due parenti, il nonno e lo zio, che nella prima guerra mondiale hanno combattuto su fronti opposti.

«Con l'Albo d'Oro - ha detto Rossi - abbiamo ribadito il nostro no alle divisioni e sì a tutto ciò che ha portato in Europa settanta anni di pace». La giornalista Silvia Vaccarezza, ricevendo il riconoscimento alla memoria del prozio Ernesto Epifani, ha ricordato con commozione l'unica testimonianza rimasta alla famiglia del giovane tenente caduto nel 1916: un orologio, che adesso ha anche un nome impresso nell'albo e una medaglia commemorativa.

Hanno ricevuto il riconoscimento anche Salvatrice Schirò e Fabrizio Fabbrini, entrambi per i rispettivi nonni caduti sul fronte nella Grande Guerra. Il prossimo appuntamento con l'Albo d'Oro è fissato per il 20 maggio a Trieste, nell'ex Caserma Duca delle Puglie, per l'inaugurazione del restaurato monumento ai caduti. Nell'occasione verranno conferite quindici medaglie d'oro, tra cui tre alle scuole triestine che portano il nome di Carlo Stuparich, Scipio Slataper e "Duca d'Aosta", una alla memoria di Pietro Apostoli - caduto muggesano con l'esercito autroungarico- e un'altra al ricordo dell'irredentista Giovanni Naccari che sacrificò la propria vita combattendo dalla parte dell'Italia.

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