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Caccia ai cinghiali, Ziberna (FI): «Liberalizzare e dare la carne o i proventi alle famiglie disagiate»

12.01 - I suidi di meno di un anno sono quelli più devastanti e andrebbero cacciati tutto l'anno secondo il consigliere regionale, che ne fa una questione di costi (danni provocati dagli animali)

Caccia ai cinghiali, il vicecapogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Rodolfo Ziberna, interroga la Giunta regionale: «La presidente Serracchiani e l'assessore Santoro condividono la necessità di liberalizzare per un anno in particolare la caccia al cinghiale di classe zero, ovvero sotto un anno di età, cioè quelli che producono più danni. Allora quando questa Giunta intende intervenire, visti gli elevati costi della sua inerzia e incapacità di decidere, per difenderci dai danni provocati dalla fauna selvatica, soprattutto appunto dai cinghiali?» 

Sono trascorsi nove mesi - ha comunicato Ziberna - da quando ho presentato un'interpellanza articolata destinata a condividere con la Giunta regionale una politica di gestione del territorio che tenga conto degli elevati danni provocati soprattutto da questi animali proponendo, in analogia ad esempio con quanto fatto in Slovenia, la possibilità di maggiori abbattimenti, considerando inutili, pericolosi per gli altri animali o addirittura per l'uomo, paesaggisticamente devastanti altri strumenti alternativi come le recinzioni metalliche elettrificate ed elettrosaldate o la sterilizzazione con pillole.

ZibernaQuesto problema - ha denunciato il consigliere - si è fatto negli ultimi anni particolarmente preoccupante a causa del grave rischio che corrono vigneti, culture, pascoli ma anche autovetture e altri beni patrimoniali, cui si uniscono anche rischi per l'incolumità delle persone. I danni provocati soprattutto dai cinghiali nel 2011 e nella sola provincia di Gorizia ammontano a 232.306 euro, ora hanno superato i 250.000 euro.

Ziberna si chiede, quindi, perchè la Giunta regionale, da cui dipende la possibilità di aumentare il numero di capi abbattuti, non stia facendo nulla. Senza azioni decise - afferma l'esponente di FI - il fenomeno continuerà nel suo pericoloso trend di crescita derivato se non altro dalla grande fertilità del cinghiale, dalla sua grande capacità di adattamento di un habitat favorevole in termini climatici e di approvvigionamento di cibo, dalla sostanziale mancanza di nemici o elementi che possano fermarne la crescita.

In Friuli Venezia Giulia - rende noto Ziberna - sono stati abbattuti 5.800 cinghiali su 9.200 abbattimenti autorizzati: ciò significa che, a livello regionale, sono rimasti in circolazione 3.400 cinghiali che si potevano e dovevano abbattere. É evidente che si devono apportare correttivi, tra i quali l'estensione dei periodi e degli orari di caccia, come in Slovenia, consentendola tutto l'anno, disciplinando questa caccia in modo diverso da quella attuale, simile a quella per il capriolo, che è una specie diversa; nonché aumentare il numero di cacciatori.

Da ultimo, Ziberna sottolinea l'opportunità di utilizzare la carne dei capi abbattuti per alimentare famiglie disagiate o comunque destinando il ricavato alle medesime finalità.

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