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Caso Regeni, De Monte (Pd): «Europarlamento continui a spingere per far emergere verità»

Lo ha affermato l'europarlamentare del Pd, vice capodelegazione italiana nel gruppo S&D, Isabella De Monte

«Il Parlamento europeo deve continuare a battersi in modo più incisivo per far emergere la verità sulla morte di Giulio Regeni, a partire dalla risoluzione approvata di recente, che esprimeva una posizione netta. Dall’Egitto pretendiamo piena trasparenza, e a tutti i Paesi a noi vicini chiediamo di garantire la massima collaborazione».

Lo ha affermato l’europarlamentare del Pd, vice capodelegazione italiana nel gruppo S&D, Isabella De Monte, intervenendo a Bruxelles nella sottocommissione Diritti umani, dove erano presenti Claudio e Paola Regeni, genitori del giovane ricercatore di Fiumicello torturato e ucciso in Egitto, in circostanze ancora tutte da chiarire, e il legale della famiglia, Alessandra Ballerini. 

La famiglia Regeni è arrivata a Bruxelles per partecipare a un’iniziativa organizza dagli eurodeputati del Pd Isabella De Monte, Patrizia Toia e Antonio Panzeri. Prima dell’iniziativa, Claudio e Paola Regeni hanno preso parte alla sottocommissione Diritti umani e hanno poi incontrato il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz.

Secondo Paola Regeni, intervenuta in commissione, «non è più il momento della commemorazione, ma della verità. L’Europa deve fare pressing per trovare la verità. Giulio era un figlio dell’Europa e l’Ue deve agire per impedire che anche ad altre persone succeda ciò che è accaduto a lui in Egitto. L’Egitto confida in Giulio per trovare finalmente una strada per la giustizia e questa – ha detto – sarebbe la giusta memoria per nostro figlio. Abbiamo 225 pagine e 266 foto della tortura inflitta a Giulio, e siamo certi che le indagini siano state depistate. Quindi è essenziale che l’Ue eserciti una forte influenza per individuare i responsabili”. Secondo Claudio Regeni “si dovrebbero richiamare gli ambasciatori dei Paesi membri e dichiarare l’Egitto un Paese non sicuro, sospendere gli accordi economici e non avviarne di nuovi».

L’avvocato Alessandra Ballerini ha ricordato i «depistaggi delle indagini e ha sottolineato che il Parlamento Ue deve intervenire perché si tratta di una chiara violazione dei diritti umani».

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