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Cgil: Legge sull’Università, un’Occasione Sprecata

Franco Belci e Natalino Giacomini della Cgil hanno commentato la nuova legge sull’ Università: "Avrebbe potuto costituire una grande opportunità di crescita per il sistema della conoscenza al servizio della comunità regionale, e per questo la Cgil...

Franco Belci e Natalino Giacomini della Cgil hanno commentato la nuova legge sull' Università: "Avrebbe potuto costituire una grande opportunità di crescita per il sistema della conoscenza al servizio della comunità regionale, e per questo la Cgil aveva sostenuto la necessità di un intervento organico su questo tema.
La coincidenza tra la discussione regionale e il momento di prima applicazione della nuova legge Gelmini avrebbe potuto consentire da un lato un'integrazione tra le tematiche nazionali e le istanze locali - come suggeriva il recente comunicato congiunto dei Rettori Compagno, Martinelli e Peroni - e dall'altro alla Regione di svolgere pienamente il suo ruolo di amministratore, favorendo lo sviluppo di un vero "sistema universitario regionale", come è stata titolata la legge approvata". "Come Cgil - continuano i due esponenti regionali - avevamo chiesto l'attivazione di un tavolo dove tutti i soggetti interessati venissero coinvolti. Invece si è preferito approvare in tempi brevi, e senza un reale coinvolgimento delle realtà economiche, sociali ed istituzionali del territorio, un testo mediocre e privo di una visione di prospettiva che rende palesi l'approccio ideologico e una scarsa conoscenza delle problematiche dell'alta formazione e della ricerca come, ad esempio nei riferimenti all'ipotesi di università telematiche. L'incremento della iniziale disponibilità finanziaria, pesante in percentuale ma leggero in termini assoluti, anche rispetto a quanto la Regione destina al complesso della spesa per l'istruzione, non consente di salvare la manovra da un giudizio negativo."

Concludono i rappresentanti CGIL "In questo quadro, stupisce alquanto il consenso dato alla legge da forze di minoranza che, dopo aver contribuito ad un rapido e distratto passaggio in commissione, seguito da pubbliche conversioni politiche, alla fine si sono adagiate su un'approvazione che non consente di distinguere tra la i ragionamenti di chi governa e quelli di chi vorrebbe candidarsi a farlo."

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