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Chiusura del centro faunistico di Terranova, Ziberna-Gatta: «Disagi per tutto l'Isontino». Panontin: «Lavoro ad una soluzione»

Damiano Baradel ed il suo team, gestori da oltre vent'anni del centro, non hanno ottemperato ad un obbligo burocratico relativo al bando di gara pubblicato dalla Regione, il quale è stato aggiudicato all'Enpa di Trieste

«La chiusura del centro faunistico di Terranova, gestito da oltre vent’anni da Damiano Baradel, è destinata a comportare disagi anche nella Destra Isonzo e in particolare a Gorizia».
Lo affermano il sindaco del capoluogo isontino, Rodolfo Ziberna, e l’assessore comunale al Benessere degli animali, Chiara Gatta. «Il centro ha servito in questi decenni tutto l’Isontino, svolgendo un’attività imprescindibile nella gestione e nel recupero degli animali selvatici in difficoltà. Del resto, il composito contesto ambientale della nostra provincia si presta a essere scelto come habitat, stanziale o temporaneo, per specie selvatiche di ogni genere. L’ottenimento dell’incarico da parte dell’Enpa sposterebbe a Trieste l’intera attività, privando tutto l’Isontino e soprattutto il Goriziano d un servizio per il quale risulta fondamentale la tempestività dell’intervento: spostare a 50 chilometri da Gorizia la struttura, significherebbe mettere in taluni casi a repentaglio la vita degli animali da curare».

«La speranza è che la Regione possa in qualche maniera trovare una soluzione capace di rispondere alle esigenze del territorio, mediando con i gestori del centro faunistico, responsabili soltanto di non aver ottemperato a un obbligo burocratico relativo al bando di gara pubblicato dallo stesso ente regionale che rischia, una volta di più, di penalizzare Gorizia. Crediamo - spiegano Ziberna e Gatta - che si possa operare con buonsenso per evitare la chiusura o comunque la riduzione delle attività di un’eccellenza isontina, capace di operare sulle ventiquattr’ore, sette giorni su sette. In questi anni Baradel e il suo staff sono riusciti a organizzare una struttura all’avanguardia, che ha spesso anzi supportato le analoghe realtà del resto della regione».
Gatta evidenzia come la chiusura del centro di Terranova «potrebbe comportare difficoltà ulteriori anche nei casi di emergenza legati ai sequestri di cuccioli di cani, che spesso erano affidati temporaneamente proprio alle sapienti mani di Damiano e del suo team. Gorizia, assieme alla Carnia, è la porta d’ingresso privilegiata per i trafficanti di cani e non si contano le attività di sequestro messe a segno nell’ultimo decennio dalle forze dell'ordine. Anche per questi motivi, il Comune aderisce alla raccolta firme a sostegno del centro di recupero di Terranova».

L'assessore regionale alle Autonomie locali, Paolo Panontin, ha visitato ieri il centro di Terranova dopo cheil giorno precedente aveva fatto visita anche alla sezione triestina dell'ente nazionale protezione animali (Enpa) «a seguito - ha spiegato - delle note problematiche sorte in merito alla gara per l'affidamento del servizio regionale di ricevimento, mantenimento e liberazione della fauna selvatica in difficoltà, recuperata e ospitata nei centri di recupero, che ha visto escludere dalla gara, per un vizio di forma, l'attuale gestore del centro di recupero isontino».
«Ho incontrato un atteggiamento collaborativo - ha proseguito Panontin - e ho potuto constatare il livello altamente qualificato di questo ente morale sia in termini di dotazioni, sia di spazi, che di cura degli animali».
«Tuttavia - ha riferito ancora Panontin - ho potuto visitare anche il centro Terranova e incontrare di persona Damiano Baradel, apprezzandone la sensibilità e la disponibilità a valutare qualsiasi ipotesi percorribile affinché la struttura rimanga un riferimento per il territorio».

«Lavoro a una soluzione che tenga conto delle necessità del mondo ambientalista - ha sottolineato Panontin - e che, al netto del rispetto delle regole e delle procedure di gara, valorizzi quell'elemento territoriale che risulta imprescindibile per questo tipo di attività e che risponde all'esigenza di molti cittadini di avere un punto di riferimento vicino».
«Il superamento delle Province - ha affermato Panontin - ha permesso, come accaduto anche in altri ambiti, di entrare nel dettaglio dei singoli servizi e di constatarne le disomogeneità tra i diversi territori, determinate da scelte amministrative frutto di approcci diversi».
«La gestione unitaria di questo importante servizio -  ha concluso Panontin - non va intesa come centralizzazione in unica sede del servizio stesso ma come capacità di coordinamento delle azioni su base regionale, garantendo comunque la presenza fisica dei centri nelle diverse articolazioni territoriali della nostra regione».

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