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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Profonda crisi di governo, le reazioni sui social della politica locale

In queste ultime ore l'esecutivo giallo-verde vive il suo momento più difficile dal giorno dell'insediamento. Il Governo del cambiamento sembra essere sull'orlo di una crisi mai vissuta prima d'ora, con Salvini che ha chiarito a tutti l'intenzione della Lega di andare al voto prima possibile, decretando la fine di questa esperienza politica

Il tanto famoso "governo del cambiamento" sembra essere già finito. La "bolla" dell'esperimento politico che aveva messo assieme i grillini e la Lega dà tutta la sensazione di essersi sgonfiata definitivamente. A confermare la fine dell'esecutivo che con Luigi Di Maio aveva promesso "l'abolizione della povertà" - soltanto per citare probabilmente l'affermazione politica più eclatante di questa esperienza governativa - è stato lo stesso premier Giuseppe Conte che ieri sera in un discorso alla stampa durato poco più di sette minuti, ha rimandato al mittente la durissima presa di posizione del leader leghista Matteo Salvini, dopo il voto sulla Tav. 

I leghisti esultano

In seguito alla "baraonda" che sta animando in queste ore gli ambienti di palazzo, anche la politica locale ha voluto dire la sua in merito alla crisi. Di fatto, se da un lato non sono giunti comunicati stampa ufficiali, molti esponenti politici hanno sentito il bisogno di condividere alcuni messaggi dai loro profili social, chi applaudendo salvinianamente, chi esprimendo contrarietà, chi smorzando i toni di una bagarre che certamente non piace in Europa, né ai mercati internazionali.

"Abbiamo fatto tanto per questo splendido paese ma è arrivato il momento di costruire e con i no non si va avanti" è uno dei tanti post pubblicati dall'assessore all'Urbanistica del Comune di Trieste, la leghista Luisa Polli che è convinta ci sarà una nuova "compatta maggioranza del prossimo governo Salvini". Il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga non ha commentato la crisi di governo via Facebook, come nessuna parola è stata pubblicata dal sindaco di Trieste Roberto Dipiazza. A livello istituzionale, il presidente del Consiglio comunale Francesco Panteca si è distinto per una singola frase, poi però immediatamente cancellata: "Crisi di governo, finalmente qualcuno ha deciso di mandare a casa gli inconcludenti", nel chiaro riferimento ai Cinque Stelle.

Polli su Salvini-2

I Cinque Stelle in Comune e Regione

Proprio per quanto riguarda i grillini, il consigliere regionale Andrea Ussai si è limitato a condividere il video della diretta relativo all'intervento del capogruppo pentastellato al Senato, Stefano Patuanelli, sulla mozione Tav che ha sancito ufficiosamente - e a scanso di ripensamenti e ricomposizioni - la fine dell'esecutivo giallo-verde. Non è un mistero che a livello locale non sono pochi i grillini che non hanno apprezzato l'azione di Di Maio e compagni. 

Paolo Menis, consigliere comunale di Trieste ha scritto che "oggi al Senato si è perfezionata la farsa sulle mozioni Si/No Tav (che poi è Tac) Torino-Lione. Gli esiti erano scontati e non vado neanche ad analizzarli. Abbiamo completato il capolavoro politico di farci mandare a quel paese dai comitati No Tav pur essendo parlamentariamente contrari al Tav".

"Cosa ancor piú grave, abbiamo preso per il culo i cittadini; me lo sarei aspettato da Forza Italia e dal Partito democratico ma mai dal (anche mio) MoVimento 5 stelle; perchè cos'altro è se non una presa in giro un Governo sostenuto dal M5S che dice "Si al Tav ma la decisione spetta al Parlamento" Per coerenza ora mi aspetto che questo Governo cada, immediatamente. È ora di tirar fuori le palle. O di adagiarle sul comodino e mettersi a giocare a gnagno".

L'opposizione: il Partito Democratico

La prima forza di opposizione parlamentare, il Partito Democratico, ha visto la deputata Debora Serracchiani criticare pesantemente l'operato del governo Conte. "L'inganno è stato finalmente scoperto ed è un bene che tutto avvenga alla luce del sole, sotto gli occhi degli italiani, in quel Parlamento dove Salvini si è sempre rifiutato di rispondere al caso russiagate" così la deputata.

"Un governo nato su un accordo di potere va ovviamente in crisi per questioni di potere e poltrone. Salvini vuole capitalizzare i risultati delle europee e così rischia il collo del Paese per non assumersi la responsabilità di una finanziaria che colpirà i più poveri, perché questo Salvini non lo vuole dire, non ne ha il coraggio. Il Pd non aspetta altro che vedere la fine di questo mostro populista-nazionalista, e siamo pronti a scendere in campo aprendoci a tutte le realtà che vogliono un'alternativa al rischio-regime costituito dalla destra. Il centrosinistra è l'unico baluardo in difesa della Repubblica". 

Serracchiani su Salvini-2

Alla Serracchiani segue il commento di Francesco Russo, vicepresidente del Consiglio regionale e esponente dem. "Il governo del cambiamento aveva promesso l’abolizione della povertà, una crescita economica al 3%, il taglio delle accise sulla benzina, il taglio delle tasse, 600.000 rimpatri di immigrati clandestini. Dopo 14 mesi ci ritroviamo con crescita economica 0 e aumento (certo) dell’Iva a gennaio".

"Quindi la povertà non é stata abolita, le accise sulla benzina sono sempre uguali, le tasse aumentano e i rimpatri sono minori di quelli fatti da Minniti (5715 nel 2018 contro i 7045 del 2017" ha continuato Russo. "Questa é la realtà depurata da qualunque propaganda. E onestamente faccio fatica a capire come ci sia qualcuno che di fronte a questo scenario abbia il coraggio di gioire".

Un'esperienza finita? 

Nelle prossime ore si saprà qualcosa di più rispetto al futuro del governo del cambiamento. Quello che al momento è sotto gli occhi di tutti è che Matteo Salvini vuole andare alle urne al più presto, forte di un consenso politico mai raggiunto prima d'ora, per provare a "sfondare" definitivamente e coronare il sogno del potere nelle mani leghiste, senza alleati scomodi di governo.

Fratelli d'Italia al momento strizza l'occhiolino alla Lega, per tentare di raggiungere posizioni di appoggio, certamente marginali rispetto alla valanga padana. Il Partito Democratico incalza il governo Conte e registra la fine dell'esecutivo nel più classico dei "l'avevamo detto". I Cinque Stelle? Dopo la Tav il momento è certamente critico. Se il governo dovesse cadere, come sempre a farne le spese saranno gli italiani.   

  

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