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DAT, via libera dal consiglio regionale

Serracchiani: «in questa legge regionale non c'è alcun intento suppletivo o anticipatore del legislatore nazionale». Lauri «Il Consiglio regionale scrive oggi una pagina di libertà in tema di diritti e libertà individuale»

"In un contesto che dovrà trovare adeguata normazione nazionale, il Friuli Venezia Giulia ha attivato la sua capacità legislativa per contribuire a mettere ordine, a livello amministrativo, nella delicata materia delle Dat".

Lo ha affermato oggi a Trieste la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, a margine del voto con cui il Consiglio regionale ha approvato la legge sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario.

Precisando che "in questa legge regionale non c'è alcun intento suppletivo o anticipatore del legislatore nazionale", Serracchiani ha evidenziato come nel testo siano comprese anche "disposizioni per favorire la raccolta delle volontà di donazione degli organi e dei tessuti: un tema umano molto sentito cui le istituzioni sono chiamate a rispondere in modo appropriato".

"Approvando questo provvedimento, il Consiglio regionale scrive oggi una pagina di libertà: una pagina forse non ancora definitiva, ma che rappresenta un passo in avanti molto importante in tema di diritti e libertà individuale che parla all'intero Paese".serracchiani-3 Lo ha affermato Giulio Lauri, capogruppo di Sinistra Ecologia Libertà in Consiglio regionale, nel corso dell'esame della legge che propone l'inserimento delle dichiarazioni anticipate di trattamento sulla tessera sanitaria regionale.

"Voglio ringraziare sia Stefano Pustetto per l'intelligenza e la sensibilità dimostrate nel trovare un consenso largo e trasversale e di non farne invece la bandiera di un solo partito, sia tutto il Consiglio regionale che ha capito lo spirito della proposta e, salvo alcune strumentalizzazioni isolate, sta discutendo nel merito".

"Siamo la prima Regione a legiferare su questa materia, con un atto politico, non privo di rischi perché ci muoviamo in un territorio di confine fra le competenze legislative di questo Consiglio e quello dello Stato, ma lo facciamo assistendo alla lunga e inammissibile inerzia del Parlamento italiano, sperando che altre Regioni facciano presto altrettanto e che in tema di diritti l'Italia entri finalmente in Europa".

"Voglio ringraziare - ha concluso Lauri - anche Renzo Tondo, con il quale ho polemizzato più volte per i tagli alla Film Commission, ma credo che gli vada riconosciuta la coerenza di aver con fatica costruito un clima politico che ha consentito a Eluana e Beppino Englaro di poter compiere in questa regione la propria scelta di libertà".

giulio lauri-2"L'approvazione del registro regionale delle dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario (Dat) è una scelta che rivendichiamo con orgoglio. La strada per recuperare il ritardo dell'Italia sul tema dei diritti è ancora molto lunga, ma oggi questa Regione ha dato un segnale importante: non si obbliga e non si impone, ma si dà la possibilità di comunicare al sistema sanitario e soprattutto ai propri cari la propria volontà". È il commento del capogruppo del Pd, Cristiano Shaurli intervenuto in Consiglio nella discussione della legge sull'istituzione del Dat. Shaurli si è detto "orgoglioso come legislatore di questa scelta e del segnale forte che diamo. Ma anche come cittadino, convinto di non essere il solo, sono oggi più sereno".

Questa legge, spiega inoltre la relatrice di maggioranza Silvana Cremaschi "offre ai cittadini la possibilità, non l'obbligo, di segnalare le proprie volontà rispetto a interventi invasivi nel momento in cui non si sia in grado di esprimerlo verbalmente. Di fatto si tratta di un ampliamento della pratica del consenso informato, già richiesto per legge che riconosce la dignità della persona e il suo diritto a esprimere il proprio volere uscendo da un concetto paternalistico".

E ancora "non bisogna però confondere le Dat con l'eutanasia, con i livelli essenziali di assistenza (Lea) e i percorsi terapeutico - assistenziali nel fine vita" chiarisce la consigliera Cremaschi.

Infine, spiega che "la legge offre la possibilità di dichiarare il consenso alla donazione post mortem di propri organi o tessuti ottemperando a quanto richiesto dalla legge 91/1999 che afferma che i cittadini, ricevuta la richiesta di manifestazione delle proprie volontà e le adeguate informazioni, sono tenuti a dichiarare la propria libera volontà in ordine alla donazione di organi o di tessuti del proprio corpo successivamente alla morte".

La legge sulle Dat approvata dal Consiglio regionale rende facilmente accessibili ai medici i documenti con i quali una persona, dotata di piena capacità di intendere e volere, esprime la sua volontà circa i trattamenti ai quali desidererebbe o no essere sottoposta nel caso pustetto-2in cui, nel decorso di una malattia o a causa di traumi improvvisi, non fosse più in grado di esprimere il proprio consenso o dissenso informato. Ad affermarlo è il consigliere regionale di SEL Stefano Pustetto, primo firmatario e relatore sul provvedimento, che aggiunge.

Questa legge, inoltre, mette ordine a quanto già avviene in numerosi Comuni del Friuli Venezia Giulia, tra i quali Udine, Trieste e Pordenone che da soli rappresentano il 40% della popolazione regionale, che hanno istituito un registro per le Dichiarazioni anticipate di trattamento. Analogamente hanno fatto tantissimi cittadini che si sono invece rivolti al loro notaio di fiducia perché garantisca e conservi le loro volontà sul tema.

Preso atto di questo fermento, si è deciso di dare omogeneità al deposito e all'archiviazione delle dichiarazioni individuando nell'Azienda sanitaria l'ente più idoneo ad espletare tale attività.

È giusto ricordare come in tutti i sondaggi gli italiani si siano espressi in maniera inequivoca a favore del Testamento biologico, tanto che l'associazione "Per Eluana", nella nostra regione, ha raccolto in breve tempo ben 5.500 firme a favore dell'istituzione di un registro regionale delle Dat.

Pur non essendoci in Italia una norma giuridica che disciplini il Testamento biologico, gli articoli 2, 3, 13 e 32 della Carta costituzionale conferiscono a ogni individuo piena e libera facoltà di decidere a quali trattamenti sanitari sottoporsi, dimostrando un diritto all'autodeterminazione quale specificazione del più ampio diritto alla dignità umana. La convenzione di Oviedo, inoltre, dice che "un intervento nel campo della salute non può essere effettuato se non dopo che la persona interessata abbia dato un consenso libero e informato". Anche l'articolo 3 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea conferma l'essenzialità del consenso informato così come gli articoli 16, 35 e 38 del Codice di deontologia medica.

Tutti i campi del sapere e della tecnologia hanno registrato nell'ultimo mezzo secolo un'accelerazione esponenziale delle conoscenze che cristiano shaurli consigliere regione fvg-2non ha precedenti nella storia dell'uomo. Di concerto, in campo medico, le tecniche rianimatorie associate ad apparecchiature sempre più sofisticate hanno strappato a morte certa un gran numero di pazienti. Nel contempo, quando falliscono hanno generato nuove forma di vita/non vita sconosciute in natura e il fatto che tecnicamente si possa tenere insieme un complesso di organi e cellule in una vita artificiale, non significa che lo si debba fare eticamente.

È questo il terreno, delicato e scivoloso, in cui tutte le nazioni più avanzate si sono dovute cimentare in legislazioni che fossero rispettose delle diverse sensibilità, partendo dal presupposto che solo il soggetto interessato potesse decidere a quali terapie sottoporsi o quali rifiutare. Ecco che da anni e per legge, a tutela dei pazienti, ma anche degli operatori, per una visita o un intervento tutti siamo chiamati a firmare un consenso informato a dimostrazione che, dopo adeguata informazione da parte del medico, accettiamo le cure proposte.

Lo Stato, dovendo rappresentare e difendere tutti i sentire dei suoi concittadini, è e deve essere laico e laicità significa che nessuna convinzione religiosa o morale viene imposta per legge da un gruppo di persone, per quanto ampio questo sia, alla totalità dei cittadini. Questo è l'abc della laicità che quasi tutte le nazioni europee hanno adottato per legiferare in campo medico.

Il Parlamento italiano, pressoché unico in Europa, con considerazioni del tutto opposte a quelle sopracitate, strattonato varie lobby, paralizzato dalla paura di perdere consensi, è restato muto alla richiesta che saliva dal Paese e non è riuscito a legiferare in materia.

Questa legge non vuole minimamente entrare nel merito delle scelte che ogni singolo individuo desidera fare in un campo così delicato, ma si propone che la raccolta delle Dat sia codificata e omogenea in tutta la regione. Pur considerando che nella Dat ciascuno può liberamente scrivere quello che vuole, proprio per non urtare nessuna sensibilità, è previsto che il deposito o meno di tali dichiarazioni sia del tutto facoltativo.

Un altro punto di forza della legge approvata è la semplificazione del deposito della volontà dei cittadini in merito alla donazione di organi e tessuti; tutto ciò nonostante in questa nobile e del tutto particolare gara di solidarietà il FVG già si collochi ai vertici delle regioni italiane per il numero delle donazioni. Questa esigenza è stata avvertita perché la legge del 91/1999, che disciplina la donazioni di organi e tessuti, a tuttora è stata attuata solo in modo parziale e frammentario.

Spero che l'approvazione di questa legge spinga altre Regioni a legiferare in merito alle Dat così da consentirci di portare il tema all'attenzione del Parlamento e sollecitare una legge nazionale sul tema. A questo proposito SEL è già pronta a impegnarsi in tutte le altre regioni italiane affinché si possa avviare l'iter per simili proposte di legge, con l'unico scopo di rispettare la libertà di scelta in punto di morte delle persone.

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