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Migranti, Ghersinich: «Ricadute positive in Fvg del decreto sicurezza»

Il consigliere regionale della Lega commenta con soddisfazione alcune novità previste

Decreto sicurezza

«Le ricadute positive del decreto sicurezza approvato dal Consiglio dei ministri sortiranno i loro effetti soprattutto in Friuli Venezia Giulia, dove i valichi di confine sono interessati dal flusso di migranti della rotta balcanica». È il commento del consigliere regionale della Lega Giuseppe Ghersinich, che esprime soddisfazione sul via libera del decreto e parla delle sue novità, «dall'abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, sostituito dai cosiddetti permessi speciali, alla possibilità di negare o revocare la protezione internazionale per determinati reati, fino alla sospensione della domanda d'asilo in caso di pericolosità sociale o condanna in primo grado. La cittadinanza italiana sarà revocata per i soggetti condannati per reati di terrorismo».

Richiedenti asilo solo nei Cara

«Questa amministrazione regionale ha, tra i suoi obiettivi programmatici - aggiunge l'esponente della Lega -, quello di garantire la sicurezza dei propri cittadini e una risposta in tal senso arriva dal decreto, in quanto saranno riservati esclusivamente ai titolari di protezione internazionale e ai
minori non accompagnati, i progetti di integrazione e inclusione sociale previsti dal Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). I richiedenti asilo troveranno invece accoglienza solo nei Centri ad essi dedicati, ovvero i Cara».

Rete di videosorveglianza

«In una prossima seduta del Consiglio regionale, sarà discussa la mozione sulle misure urgenti in tema di sicurezza sul confine nazionale, di cui sono primo firmatario con il sostegno di tutto il gruppo della Lega - ricorda Ghersinich -. Il documento chiede alla Giunta Fedriga di attivarsi proprio con il ministro dell'Interno per la creazione di una rete di videosorveglianza che copra la totalità dei valichi stradali presenti nelle ex province di Trieste, Gorizia e Udine, e di fornire ai settori della polizia di frontiera nelle stesse ex province, un congruo numero di telecamere mobili e la creazione di una sala operativa interforze tra Italia, Slovenia e Croazia».

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