Nota - Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TriestePrima
 

DIPIAZZA? NON E' "USATO SICURO". E' SEMPLICEMENTE "USATO", E NON HA FUNZIONATO.

Che tristezza...

Possibile che in questa città ci sia sempre chi si spende per dividere, per contrapporre, per tornare indietro alle vecchie ferite? 
Possibile che non si possa parlare di contenuti, di programmi, di idee per il futuro di Trieste?

Il clima che si respira in questi giorni è pesante. Offese e INSULTI che si rincorrono, in una continua delegittimazione dell’avversario politico, e ora anche degli elettori, dei cittadini. Il più delle volte scattano quando c’è il vuoto dei contenuti e la si butta in caciara. Quando, per nascondere la mancanza di un progetto, ci si appella ai simboli o alle bandiere rosse, rievocando le lacerazioni della storia, che in tanti in questa città, in un modo o in un altro, hanno patito.  

Il siparietto di SGARBI e DIPIAZZA ce lo insegna. Sempre le stesse banalità, sempre a fare leva sulle solite frasi fatte, su argomenti scontati. La realtà però è una sola: Dipiazza non è un “usato sicuro”, per dirla alla Sgarbi. DIPIAZZA E' SEMPLICEMENTE "USATO", E NON HA FUNZIONATO.

In questi cinque anni di giunta di Roberto Cosolini Trieste è rifiorita: più trasparenza, più onestà, più competenza, più valore al merito; basta immobilismo, meno speculazioni, meno poltronifici.
Su Ferriera e Porto Vecchio percorsi seri, complessi, ma senza inganni e immaginifici contratti dei 100 giorni.

Abbiamo allontanato coloro che per anni hanno fatto dell'immobilismo una missione collettiva. Vogliamo tornare indietro? Io no.