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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Emergenza cinghiali, Gabrovec (Pd-Ssk): «Aprire un macello "regionale" per la selvaggina»

«È da troppi anni che l'emergenza cinghiali si sta aggravando con ritmo costante e ogni intervento di contenimento della popolazione degli ungulati si è finora purtroppo dimostrato assolutamente inadeguato». A metterlo in evidenza è il consigliere regionale Igor Gabrovec (Pd-Ssk)

«Stante la normativa attuale è chiaro che le Province da sole non sono in grado di affrontare il problema, come anche risulta decisamente insufficiente, seppur negli anni incrementato, il numero di capi abbattuti nelle singole riserve di caccia. La provincia di Trieste e quanto meno tutto il Carso e il Collio goriziano sembrano trasformati in un vero e proprio allevamento di cinghiali allo stato brado, con continuo incremento della popolazione. Nemmeno le barriere meccaniche (recinzioni metalliche ed elettriche) risolvono adeguatamente il problema, anche in considerazione degli alti costi per la loro apposizione e manutenzione e per il fatto che gli appezzamenti fondiari in queste zone sono molto frazionati e spesso di piccole dimensioni.

«L'entità degli indennizzi previsti è irrisoria e soprattutto non può risolvere il problema alla radice. Oltre il danno vi è quindi anche la beffa, considerato che gli indennizzi, per quanto magri,
sono soggetti al regime de minimis. Dobbiamo sostenere gli agricoltori nel loro fondamentale diritto al lavoro e alla soddisfazione di poter arrivare ad un raccolto dopo mesi o anni di sforzi e investimenti».

Il consigliere regionale della Slovenska skupnost Igor Gabrovec già nella scorsa legislatura aveva sottoposto all'attenzione dell'allora Giunta Tondo non soltanto il problema, ma tutta una
serie di soluzioni concrete e quindi attuabili.

«Già a luglio del 2011 il Consiglio regionale su mia iniziativa impegnava la Giunta a predisporre una proposta di modifica della normativa regionale. Prendendo ad esempio la legislazione in
materia nella vicina Slovenia, che viene considerata sotto molti aspetti maggiormente efficace nel perseguire l'obiettivo del contenimento della fauna degli ungulati, e considerando le
proposte che sono emerse nel corso dei tavoli verdi convocati dalle Amministrazioni provinciali di Trieste e Gorizia, il documento proponeva di ampliare per legge i periodi e gli orari
di caccia e quindi controllare con maggior efficacia l'esplosione demografica degli ungulati».

«Avevamo chiesto all'Esecutivo regionale di sostenere la creazione di un macello, o di un centro lavorazione carni dedicato alla selvaggina. Tale struttura potrebbe essere
organizzata e gestita in comune tra le due province di Trieste e Gorizia, favorendo lo sviluppo e le diffusione di prodotti alimentari locali derivanti dalla lavorazione delle carni
selvatiche», ricorda Gabrovec che ha riproposto le stesse considerazioni anche all'attuale Governo regionale. 

«Da qui anche l'ordine del giorno, che è da ritenersi vincolante,  collegato alla Finanziaria 2014, che impegnava a considerare nel Piano faunistico regionale in fase avanzata di approvazione le
zone della provincia di Trieste e del Collio goriziano come zone di rimozione e quindi non più solo controllo per le specie cinghiale come anche quella del cervo» conclude Gabrovec, che ha
in tal senso ritrasmesso tutta la documentazione all'attuale assessore, ricordando che tutto ciò è quanto chiedono gli agricoltori già da molti anni.

«I recenti e preoccupanti fatti di cronaca non fanno che confermare quanto sostenuto e oggi, probabilmente, è più sentito anche da fasce più ampie dell'opinione pubblica».

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