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Emergenza cinghiali, Caccia, Regione: «Presto soluzioni»

L'assessore regionale con delega alla Caccia Paolo Panontin a seguito dell'aggressione subita da un settantenne da parte di un cinghiale a Longera (TS) rimarca che, «stante la normativa vigente, si sta facendo il possibile per il contenimento degli ungulati sul territorio della provincia di Trieste e del Collio goriziano»

Panontin fa notare che «il Piano faunistico regionale che sta per essere approvato, attualmente in fase di VAS, prevede per l'area limitrofa alla città di Trieste delle misure specifiche per il contenimento dei cinghiali che consentiranno di incrementare la pressione venatoria».

«La nostra Regione approva annualmente, nell'ambito delle competenze riservate dalla normativa - spiega l'assessore - i piani di abbattimento delle riserve di caccia, che si basano sui censimenti ratificati dai Distretti venatori. In particolare, negli ultimi anni, nelle riserve di caccia limitrofe alla città di Trieste, tali piani sono stati sempre approvati applicando la massima percentuale di prelievo prevista».

In queste riserve, infatti, si pratica la caccia di selezione, che incomincia il 15 maggio e si conclude il 15 gennaio, per un massimo di cinque giorni alla settimana, da due ore prima dell'alba a due ore dopo il tramonto.

«Il peculiare assetto territoriale dell'area - prosegue l'assessore - in cui è avvenuto l'incidente, con presenza di aree verdi boschive circoscritte nel complesso urbano, rende l'attività venatoria impraticabile in parecchie zone a causa dei vincoli previsti dalla normativa».

Tali aree diventano facilmente rifugio per una varietà di animali selvatici, fra cui i cinghiali, che approfittano della presenza di avanzi alimentari tra i rifiuti. Il fenomeno dell'adattamento di fauna selvatica in area antropizzate è conosciuto e, a tal proposito, in più occasioni, gli uffici dell'Amministrazione regionale hanno posto l'attenzione sull'importanza dell'eliminazione di fonti trofiche artificiali, che sono un'importante causa dell'eccessiva proliferazione della specie.

«Al di fuori dei periodi sopracitati e delle aree cacciabili il controllo della specie non può essere attuato mediante l'attività venatoria - aggiunge Panontin - bensì esclusivamente attraverso l'adozione di deroghe da parte della Provincia, come prevede la legge regionale 14/2007».

«Inoltre - conclude l'assessore - il Fondo per il miglioramento ambientale e per la copertura rischi, che è annualmente ripartito dalla Regione tra Province, mette a disposizione della Provincia di Trieste alcune decine di migliaia di euro, che in assestamento di bilancio verranno incrementate, così come per le altre Province».

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