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Ferriera, associazione Nosmog: «Dalla Regione, muri burocratici e conflitti d'interessi»

«Sono state respinte senza appello le richieste di riesame di un'Aia palesemente insufficiente e rilasciata in odore di conflitto d'interessi»

L'associazione Nosmog, attiva nella tutela dell'ambiente e della qualità di vita dei cittadini, ha indetto un'assemblea pubblica il 25 marzo 2017. «Poiché ultimamente parte dell'opinione pubblica tende ad attribuire un'etichettatura politica all'associazione in virtù della sua recente collaborazione col sindaco Dipiazza  - si dichiara in un comunicato - si ricorda come Nosmog, fin dalla sua costituzione, abbia ricercato il diaogo con tutte le amministrazioni e le forze politiche. Non ci associamo ad alcuna sigla partitica, chi ci accusa del contrario strumentalizza».

Nosmog riferisce che il riesame dell'Aia è stato richiesto proprio dal sindaco su istanza dei cittadini e la Regione, ente emettitore dell'Aia «non vuole tenere conto delle richieste dei cittadini, respingendone senza appello le richieste di riesame di un'Aia palesemente insufficiente e rilasciata oltrettutto in odore di conflitto d'interessi. Si ha l'impressione che la regione abbia voluto erigere un muro burocratico protettivo attorno allo stabilimento».

Vengono poi citate le immagini scattate dai residenti, che testimoniano la costante presenza di emissioni di polveri  dirette verso aree abitate e negli ultimi tempi, (in base ai dati degli esposimetri della stessa azienda) un'aumentata concentrazione del cancerogeno benzo(a)pirene. «Purtroppo - dichiara il comunicato dell'associazione - dal 2017 saranno previste analisi "a singhiozzo", ora ogni 3 mesi e nel 2018 a 6. Forse ci vogliono far vivere più ignoranti e quindi più sereni».

Nondimeno si citano le crescenti segnalazioni alla Polizia locale (soprattuto negli ultimmi due anni) di polveri, odori e rumori molesti, e le carenti centraline di rilevamento, in particolare quella di via Svevo che non rende accessibili i valori di P10 e molti altri inquinanti. «La Regione - accusa Nosmog - ha precluso al Comune la possibilità di intervenire e installare altri rilevatori, affermando che l'Arpa è l'unico ente certificatore istituzionalmente riconosciuto». 
La soluzione unica richiesta da Nosmog per una convivenza tra la cittadinanza e lo stabilimento è quindi quella di chiudere per sempre l'area a caldo.

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