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Ferriera, i lavoratori in Comune: «Clima ostile: mio figlio si vergogna»

Petizione controversa presentata in Commissione VI dai lavoratori dello stabilimento siderurgico di Servola per chiedere «solidarietà per le ingiurie e minacce ricevute». Nonostante la condivisione degli intenti, si preannuncia una bagarre in Consiglio

Sono 235 le firme allegate alla petizione degli operai della Ferriera di Trieste presentata oggi, nella VI Commissione consigliare di Salvatore Porro (FdI), da Erika Bozieglau: «Abbiamo deciso di fare questa raccolta firme dopo i continui insulti ed etichette di “assassini”. Siamo stati zitti per un po’, ma poi abbiamo visto che continuavano e abbiamo deciso di presentare questa petizione. Ai cittadini diciamo che vanno rispettate le battaglie di tutti».

Inaccettabile lo striscione "Area a caldo = Morte" o la parola "cancro"

Un testo, quello presentato, che sostanzialmente chiede «rispetto, rendendo pubblico lo stato d'animo dei lavoratori della Ferriera di Servola, quotidianamente e vergognosamente dileggiati e offesi da pseudo associazioni e singoli cittadini, financo dallo stesso sindaco, attraverso dichiarazioni alla stampa, messaggi in rete (in particolare social network, ndr) e manifesti». A sostegno di queste parole, l'ex consigliere comunale Pd e lavoratore della ferriera Roberto De Carli: «Una cosa è difendere la salute, un’altra è offendere e dileggiare i lavoratori. Non si può accettare in piazza Unità uno striscione “Area a caldo=Morte” e togliere invece lo striscione “Verità per Giulio Regeni”. Sono i principi che esigiamo e su questi dovrebbe esprimersi il Consiglio comunale. Quando il sindaco dice che la ferriera è un cancro, provi a pensare alle famiglie, ai giovani, che attraverso i nuovi canali di comunicazione riescono a carpire queste informazioni. Invece di continuare a dire che la ferriera è un cancro, il sindaco dovrebbe dire “abbassiamo i toni, a partire dalla mia persona”».

 Tutti d'accordo sull'oggetto, ma testo non condiviso

«Il sindaco è responsabile della salute del suo territorio, qui non c’entra il partito, ma la salute dei cittadini - ha esordito il presidente Salvatore Porro prima di dare il via alla discussione -. Nessun accanimento, ci atteniamo alle disposizioni di legge».

«Non entro nel merito ferriera si o ferriera no, perchè la petizione non chiede questo - ha sottolineato il capogruppo M5S Paolo Menis -. A titolo personale dico che ho molto rispetto per chi ha il coraggio e volontà di andare lì a lavorare perchè credo che si lavori in condizioni non ottimali. Letto il testo della petizione non possiamo che essere d’accordo: gli avversari non sono i lavoratori, ma l’azienda che non rispetta né cittadini né lavoratori e credo che su questo debba esserci la convergenza di tutti».

«Con il rispetto dovuto a voi estensori e promotori della petizione, posso condividere l’oggetto poichè il rispetto è dovuto a tutti e voi parlate di “pseudo-associazioni” - ha evidenziato il forzista Michele Babuder -. Inoltre la petizione lo fa in modo un po’ pericoloso perchè leggendo il testo credo ci siano gli estremi di reati di cui, come voi stessi avete detto, se ne potrebbe occupare la Procura e non questo Consiglio». «Io sono molto attento anche a quello che succede sui social network dove ho visto ingiurie, ma non mi risulta che politici “alimentano la contrapposizione tra cittadini e lavoratori”. Non ricordo di un politico che si sia espresso contro i lavoratori della Ferriera», ha aggiunto il leghista Antonio Lippolis. 

«Tutti noi dobbiamo rispettare l’atto che questi cittadini hanno portato - ha detto la consigliera e segretaria regionale del Partito democratico Antonella Grim -. Oggi ci hanno portato una richiesta forte di attenzione, un grido di dolore. In maniera molto chiara e pacata ci stanno riportando di sentirsi lasciati soli dalle istituzioni. L’assenza oggi del sindaco e assessore competente credo sia una mancanza di rispetto; credo che la questione sia un po’ sfuggita di mano, non avete ancora dismesso i panni della campagna elettorale: chiedo un interlocuzione più seria ed equilibrata con l’azienda stessa». 

«Il problema è che un impianto del genere non può più sorgere nel cuore della città e dobbiamo noi politici, mettendo spalle al muro l’azienda, far capire che non possono prenderci in giro come per la copertura dei parchi in 4 anni - ha dichiarato Everest Bertoli (FI) -. Do la mia solidarietà perchè sono preoccupato per i posti di lavoro, ma il Consiglio non può accogliere un testo così».

«Penso che ci sia una frase in questa petizione che esprime il senso del testo stesso: “avremo ocmunque raggiunto lo scopo di portare alla pubblica attenzione lo stato d'animo nostro e delle nostre famiglie" - ha sottolineato Maria Teresa Bassa Poropat (Insieme per Trieste) -. Credo che il temrine "cancro" sia terribile. Io carico i lavoratori di una valenza superiore, le prime vittime paradossalmente, di questo impianto. Vero è che a un certo punto è apparsa una sorta di contrapposizione tra cittadini e lavoratori, il dramma che porta all’attenzione questa petizione, che pone alla nostra sensibilità, nella veste di classe politica, il tema dell’occupazione». 

«Non posso tollerare più la contrapposizione tra lavoratori e cittadini di Servola. Entrambi siete le vittime di questa pesante situazione - ha detto Manuela Declich (FI) -. Se siamo qui dopo anni è perchè non siamo ancora riusciti a trovare una soluzione che contemperi entrambe le posizioni. I lavoratori, pur di non trovarsi senza un posto di lavoro, vanno a loro rischio a lavorare in quello stabilimento. Non deve esserci una contrapposizione. Sarà stato usato qualche termine sbagliato nella petizione, ma dobbiamo massimo rispetto a questa categoria». 

«Il richiamo al rispetto è sempre condivisibile. I problemi oggi esposti dai lavoratori, nasce da una delusione legata al fatto che la ferriera oggi inquina come ieri e non è stata chiusa come aveva promesso il sindaco né sono stati inflitte sanzioni come da accordo quadro - ha agginto Cristina Bertoni del Movimento 5 stelle -. Le istituzioni non fanno il loro lavoro, nessuno si assume le responsabilità». 

«La petizione chiede solo rispetto, che sia un lavoratore magari che ci va dentro controvoglia, perchè magari nutre gli stessi sentimenti contro la ferriera al pari di qualunque cittadino di Servola o consigliere che si è speso per la conversione», ha dichiarato il dem Marco Toncelli.

«Mio figlio si vergogna e a scuola dice che sono un comunale»

D'impatto la testimonianza poi di uno dei lavoratori, Robert Cataruzza: «Ultimamente a cambio turno viene gente a insultarci e sputarci. Non è colpa mia se sono da 27 anni in ferriera, ma è colpa della Politica che non ha saputo risolvere il problema. Dove sono questi posti del Porto? Dove sono i progetti oltre a quello di Arvedi? Io non ho avuto altre situazioni lavorative di pari sicurezza. Mio figlio va a scuola e si vergogna di dire che suo papà lavora in ferriera, dice che sono un comunale. Io sono un operaio e non mi vergogno di esserlo, non siamo sposati alla ferriera, ma al nostro posto di lavoro. La differenza con la Siot e altri lavori a rischio è che semplicemente noi siamo più visibili». 

No smog: «Non vogliamo affamare i vostri figli, ma consentire serenità a salute ai nostri»

A puntualizzare la posizione dei cittadini c'ha pensato Alda Sancin, dell'associaizone No Smog: «Vorrei dire ai lavoratori che il pericolo per cui i loro figli devono temere per la loro salute non deriva dai cittadini, ma delle sostanze che produce lo stabilimento dove lavorano. Non siamo noi il pericolo. Ci rendiamo conto che loro difendono il loro posto di lavoro, anzi il loro reddito, ma vorremmo che anche loro ci rendano conto che le proteste che noi facciamo per i disagi che derivano dalla loro attività (loro malgrado) sono molto pesanti e molte volte il cittadino confonde il lavoratore con il padrone della ferriera a cui va ascritta la fonte di ogni problema. È chiaro che il padrone è lì per fare guadagno e fa tutto quello che gli è consentito per guadagnare il più possibile, ma è anche vero che ci sono delle istituzioni cui spetterebbe vigilare in maniera severa affinchè l’inquinamento venga limitato. Noi non vogliamo affamare i vostri figli, ma voi dovete consentire ai nostri di vivere sereni e in salute». 

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