rotate-mobile
Politica

Grande Guerra, Torrenti: «Mostra a Trieste momento di riflessione storica»

E' quanto è emerso dal dibattito di significativa rilevanza intellettuale "Artisti e soldati: devozione popolare e ribellino nelle trincee della Grande guerra", che è stato organizzato a Trieste dalla Regione Friuli Venezia Giulia

La mostra "L'Europa in guerra. Tracce del secolo breve", che rimarrà aperta ancora tutto il mese di febbraio al Magazzino delle Idee di Trieste, offre una visione reale e concreta della Grande guerra e come tale permette di riflettere in modo critico su un capitolo storico, al quale l'Europa, in occasione delle commemorazioni ufficiali del Centenario, non sa ancora guardare con occhi nuovi.

E' quanto è emerso dal dibattito di significativa rilevanza intellettuale "Artisti e soldati: devozione popolare e ribellino nelle trincee della Grande guerra", che è stato organizzato a Trieste dalla Regione Friuli Venezia Giulia, dalla Provincia Autonoma di Trento e dalla Provincia di Trieste.

Sono intervenuti all'incontro l'assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti, il direttore del Castello del Buon Consiglio (Trento) Laura Dal Prà, lo storico d'arte Luciano Rivi, il critico cinematografico Sergio Germani, il direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino, Giuseppe Ferrandi, l'esperto dei Balcani Michele Nardelli, il curatore della  mostra Piero Del Giudice, il consigliere regionale Franco Rotelli e per la cooperativa La Collina, che ha allestito la mostra, Stefania Grimaldi.

I relatori hanno arricchito da vari punti di vista la conoscenza della carneficina avvenuta su vari fronti europei all'inizio del 20° secolo.

La storia dell'arte italiana del Novecento non ha presenze consapevoli e apertamente contrarie alla guerra. Gli artisti partecipano all'inizio con entusiasmo allo scoppio delle ostilità, ma ben presto, di fronte allo shock che subiscono nel vedere il genocidio della trincea, cambiano idea, testimoniando poi nelle loro opere la costante presenza dei cadaveri e l'annichilimento delle persone in guerra.

I quadri dei pittori-soldato, ha ricordato Rivi, evidenziano come la guerra ha rappresentato un acceleratore del processo della modernizzazione tecnologica (futuristi) della società.

Anche il cinema italiano, ha spiegato Germani, ha saputo "pure nei momenti più ufficiali", mostrare la distruzione dei corpi dei combattenti "e non glorificare gli eroi".

Secondo Ferrandi tutti i Paesi europei stanno perdendo l'opportunità di rivedere, nell'ambito delle commemorazioni ufficiali del Centenario, la visione patriottico-celebrativa e mitologica del primo conflitto mondiale presente nell'immaginario collettivo: l'Europa, inoltre, non ha saputo trovare "un linguaggio comune" nel confronti dell'eredità della guerra.

Il Friuli Venezia Giulia e il Trentino-Alto Adige, che hanno vissuto sui propri territori l'esperienza diretta dei combattimenti, possono ambire a diventare laboratori di una visione concreta della guerra a livello europeo.

Mentre la Del Prà ha illustrato le iniziative svolte nel Trentino di recupero, in seguito allo scioglimento dei ghiacciai, dei reperti bellici, delle postazioni di tiro e delle baracche a oltre 3 mila metri di quota, Nardelli ha richiamato l'attenzione su come il Centenario debba rappresentare un'occasione di bilancio delle tragedie del secolo scorso, "che è iniziato e si è conluso a Sarajevo".

In tale ambito, la collaborazione tra la capitale bosniaca, Trieste e Trento può avere ulteriori sviluppi.

Rotelli ha menzionato come sarebbe opportuno in tale circostanza anche cambiare i nomi delle vie cittadine, tuttora intitolate a generali di guerra. Ai relatori ha portato il saluto della Provincia di Trieste, la presidente Maria Teresa Bassa Poropat.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Grande Guerra, Torrenti: «Mostra a Trieste momento di riflessione storica»

TriestePrima è in caricamento